Qui Siena | Fermiamo la privatizzazione della sanità

Il ritorno di Daniela Cappelli per guidare lo Spi Cgil provinciale: «Deriva preoccupante. Vigileremo sullo sviluppo dei servizi territoriali»

(dal numero di luglio/agosto 2023 di LiberEtà Toscana)

«Il tema dei temi è sicuramente il diritto alla salute, la difesa di un Servizio sanitario nazionale e un sistema socio-sanitario pubblico, solidale e universale cui garantire le risorse economiche, umane e organizzative necessarie». Daniela Cappelli, 66 anni, neo segretaria dello Spi di Siena, una lunga carriera sindacale alle spalle che l’ha portata fino alla segreteria nazionale dei pensionati della Cgil, sottolinea l’importanza delle sfide che aspettano il sindacato in questa materia. «Il sistema sanitario toscano, che anche noi abbiamo contribuito a far crescere e di cui conosciamo pregi e difetti, fin qui ha dato risultati non perfetti, ma apprezzabili. Oggi però è necessario un passo in avanti nell’analisi di cosa avviene in Toscana e a livello nazionale».

Cosa ti preoccupa?

«La strisciante privatizzazione del sistema, di cui si discute da tempo nel disinteresse della politica. Oggi la sanità è in grave difficoltà e a pagare sono i più deboli e gli anziani, come
dimostrano i dati delle rinunce alle cure e l’esplosione della spesa privata. C’è il tentativo evidente di ridimensionare l’intervento pubblico e il modello di welfare, derivato dalla Costituzione, delegando al mercato».

Cosa fare, allora?

«È necessario riaprire una vertenza, a livello nazionale e regionale, per fermare questa deriva ed esigere gli interventi di riorganizzazione – case della salute, sanità di iniziativa, cure intermedie, ospedali di comunità – promessi. Anche per questi motivi dobbiamo valorizzare ciò che abbiamo fatto nella contrattazione sociale».

Soddisfatta di quello che è stato fatto
fin qui?
«In Toscana e quindi anche a Siena, è stata sviluppata una contrattazione di buon livello. Forse è risultata più difficile la traduzione in pratica di quanto abbiamo ottenuto. Dobbiamo fare un sforzo per riqualificarla, dando maggiore attenzione a temi non contrattati ma importanti come la sicurezza degli anziani, il tempo libero, la socializzazione».

Come valuti il governo sul fisco?

«Il fisco può essere uno strumento cruciale per far crescere il paese e rilanciare un modello sociale più equo. Con la delega fiscale, l’attuale maggioranza di governo ha dimostrato di
avere una visione opposta alla nostra. Trovo pericolosa la riduzione delle aliquote a tre e il superamento dell’Irap, con evidente rischio per il sistema sanitario. Senza dimenticare la flat tax che va contro il principio costituzionale della progressività. Facciamo bene a mobilitarci».

Lo Spi e la memoria.

«Memoria non vuol dire fermarsi a ricordare. Destra e sinistra non sono uguali e per noi la parola antifascismo non è vuota: significa battersi ogni giorno per i valori della Resistenza e
della democrazia, unendo l’antifascismo dei valori a quello delle azioni».

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