Nasce LiberEtà Toscana

Con il numero di novembre si inaugura l’uscita di LiberEtà Toscana, inserto di 16 pagine dedicato alla Toscana che uscirà con cadenza mensile insieme a LiberEtà.

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Le ragioni di un giornale

di Guelfo Guelfi
Il nostro magazine. LiberEtà è il nostro magazine, è mensile e da mesi ormai ha una vita digitale di tutto rispetto.
Quindi due piattaforme, una cartacea e una digitale. Come si conviene e da ora in poi come si deve. Lo Spi Toscana apprezza le accelerazioni, si compiace dello spirito di innovazione, anche perché chi dipinge gli anziani come passivi fruitori di minestrine riscaldate è bene sappia che così non è e così non sarà mai. Quindi, intraprendenti come siamo abbiamo voluto viaggiare a bordo. Abbiamo chiuso una testata che facevamo in Toscana e rivolto le risorse e lo sguardo verso l’ammiraglia romana.
Vogliamo fare flotta. La nostra è una barca corsara pronta alla bisogna e capace di navigare lo specchio che la storia e la natura ci ha affidato. Non solo l’arcipelago ma anche l’entroterra da nord a sud. Cominciamo oggi. Cominciamo qui. I nostri troveranno sedici pagine che parlano di tutto ma parlano di loro. Parlano con tutti e parlano tra loro.
Storie, cronache, consigli e incursioni. Aiutateci. Scriveteci. Chiedeteci e teneteci sul comodino, vicino alla poltrona o
infilati nella tasca di dietro come si faceva una volta con il giornale al quale volevamo un sacco di bene. Verso un futuro migliore per noi anziani oggi, per tutti, per sempre.

Raccontare una regione con lo spirito della scoperta

di Giuseppe F. Mennella, direttore di LiberEtà

Queste che state leggendo sono le pagine del primo numero di un nuovo giornale dedicato a un territorio, la Toscana, unico al mondo per bellezza, cultura, storia. Parte un’iniziativa editoriale che apparirà come inserto della rivista mensile dello Spi Cgil, LiberEtà. Cercheremo di raccontare i tanti e diversi volti di questa regione, di scoprire i suoi aspetti nascosti, di valorizzare realtà che non hanno accesso alla ribalta mediatica. Punteremo i nostri riflettori critici sulla condizione di vita delle donne e degli uomini che per ragioni anagrafiche hanno costruito quel bene comune che si chiama democrazia. Non sappiamo se riusciremo a vincere questa sfida. Sappiamo che possiamo provarci e ci riusciremo se potremo contare sul sostegno attivo di voi lettori. Perché un giornale non è di chi lo scrive, ma di chi lo compra, lo legge, lo diffonde. Buona lettura a tutte e a tutti!     

 

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