Il geriatra dovrebbe essere centrale in vecchiaia, come lo è il pediatra per i bambini e come lo è il medico di famiglia per le altre età. Ma spesso vi si ricorre quando le malattie croniche sono già arrivate
(dal numero di marzo 2023 di LiberEtà Toscana)
Tra le stagioni della nostra vita c’è anche l’ultima. Dopo di quella si apre l’eternità. Il ricordo, il valore delle belle imprese e il dolore per le disgrazie. A fianco il rimpianto per le occasioni perdute. Il compito che pervade la vita è quello di provare a vivere i piaceri che ci vengono offerti e limitare gli affanni per i momenti più difficili. Ma non siamo mai soli. La società che ci circonda mostra il suo e il nostro valore provvedendo a ognuno di noi, per quel che è possibile, dalla nascita alla fine. Espletata la pratica del parto a cui concorre l’ostetricia, ad avere cura di noi dalla nascita è il pediatra; ad aver cura dell’ultimo tratto si impegna, all’occorrenza, la geriatria. Non è giusto e non è utile temere l’ultimo tratto. Spesso è il più piacevole: può corrispondere a un periodo di tempo molto lungo in cui si è padroni del proprio tempo, libero da oneri e prodigo per chi amiamo e per quelli di cui ancora continuiamo a occuparci. I figli dei nostri figli prendono e danno tanta di quella gioia.
La geriatria è una pratica che inquadra, monitora l’età anziana, assiste la vecchiaia coordinando gli interventi che si rendono necessari, pianificando la cura e tenendo d’occhio l’insieme di eventi che in vecchiaia possono verificarsi. Alla geriatria si ricorre quasi sempre con un certo ritardo, dopo l’insorgenza di patologie che sono già in essere. Non se ne coglie tutto il valore e tutta la potenzialità. Si dice che prevenire è meglio che curare: sappiamo che rallentare se non evitare la cronicità costituisce un risparmio economico per l’intero sistema sanitario. Si spende meno evitando patologie ormai irreversibili, croniche. La geriatria ha tutte le caratteristiche per essere un diritto da estendere a quella fascia di età che ruota intorno ai settant’anni, a meno di urgenze che non richiedano un intervento più precoce. Quando nasci ha cura di te un pediatra. Quando sei anziano a tenerti d’occhio dovrebbe essere un geriatra, che ha una visione di insieme ed è la soluzione per evitare la frammentarietà delle cure. Noi da qui vogliamo cominciare a parlarne, lo faremo con voi, con il sistema di cura, con le istituzioni preposte. L’idea è quella di proporre alla geriatria, ai sui operatori, alla loro esperienza e alla loro azione pratica, un ruolo centrale nella vecchiaia, come lo è il pediatra in età infantile, come lo è il medico di famiglia per tutte le altre fasce d’età. Attrezzare l’ultimo tratto significherebbe rendere ognuno più cosciente, assistito, e consapevole.