Intervista a Erio Giovannelli | «Aree interne, ecco la nostra ricetta»

(dal numero di maggio 2023 di LiberEtà Toscana)

Tre priorità. Parità di genere, fisco e la battaglia per la difesa della sanità pubblica: sono le tre priorità per cui battersi nei prossimi mesi. Erio Giovannelli, da dicembre neosegretario
dello Spi Cgil di Grosseto, non ha dubbi. Nel sindacato Giovannelli ci è cresciuto: ufficio vertenze, poi segretario delle Colline metallifere, quindi segretario organizzativo a Grosseto subito dopo l’impegno nelle categorie dei servizi e dell’agroindustria. Negli ultimi dieci anni da attivo si è dedicato alla costruzione del Caaf Toscana. In pensione c’è rimasto per tre anni, prima di essere richiamato dallo Spi.

Come sono stati i tre anni da pensionato?

«Beh, si impara a gestire il tempo e si scopre una qualità della vita che da attivi si può solo sognare. Ma la Cgil non si scorda mai. Nel frattempo mi sono dedicato alla ristrutturazione della storica sede della camera del lavoro di Massa Marittima, che inaugureremo il 4 maggio alla presenza di Maurizio Landini».

Partiamo dalla parità di genere.

«Si è un tema che sento molto. Da noi c’è ancora tanta strada da fare sui luoghi di lavoro e nella società, e all’estero la condizione delle donne in alcuni regimi è davvero terrificante. Vogliamo portare avanti questa battaglia concretamente, calandola nella nostra realtà. Il 27 e 28 marzo abbiamo organizzato, con il coordinamento donne, un’iniziativa molto partecipata nelle scuole e a teatro con un’attivista iraniana (Asia Raoufi, n.d.r.). Il nostro intento è suscitare una solidarietà attiva, partecipata, cercando di coinvolgere la nostra stessa organizzazione, rivolgendo l’attenzione anche all’interno».

Fisco e sanità?

«Sono due lati della stesa medaglia. Ha fatto bene il segretario generale della Cgil a indicare la battaglia per un fisco giusto ed equo come vitale per il nostro sindacato. Stesso discorso vale per la sanità. Condanniamo l’atteggiamento del governo Meloni che riduce le risorse per la sanità, ma non va dimenticato che veniamo da anni di sottofinanziamento che hanno ridimensionato la sanità pubblica. Nella nostra provincia il tema è particolarmente sentito nelle aree interne, e nella fascia di comuni limitrofi a quelli costieri, dove anche le prestazioni ordinarie di un medico di famiglia sono spesso tutt’altro che a portata di mano. Anche questa è una battaglia che vogliamo fare nel concreto».

In che modo?

«A Roccastrada, ad esempio, ci siamo mossi con altre associazioni per sensibilizzare le istituzioni sulla penuria di medici di base e sulle difficoltà a cui sono soggetti gli anziani che vivono nelle frazioni, costretti a spostarsi in un’altra provincia per una visita. A Scansano ci siamo battuti per tenere aperta una delle ultime Rsa pubbliche di questa provincia. Per noi avere la sanità pubblica o quella privata non è la stessa cosa. Quello che stiamo cercando ora di fare è di formare i nostri attivisti, a partire dai segretari delle nostre nove leghe, con corsi mirati sul Pnrr e sulla sanità territoriale così come contemplata dal piano di rilancio e resilienza. Sappiamo che la costa sarà coperta bene dai servizi, ora chiediamo a Regione e Asl di individuare al più presto i luoghi delle aree interne dove stabilire le case di comunità spoke al servizio dei comuni più piccoli. Mi pongo altri due obiettivi».

Quali?

«Organizzare un supporto alla popolazione nelle nostre leghe, attivando le botteghe della salute. Un servizio che potrebbe essere prezioso nelle aree più periferiche. E lanciare una campagna per la prevenzione e l’invecchiamento attivo. Abbiamo già contattato medici di famiglia ed esperti, l’intenzione è di cominciare al più presto».

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