Circo Massimo, vent’anni fa la grande festa dei diritti

di Achille Passoni*
È da due o tre giorni che rivivo quelle giornate di vent’anni fa. Confesso che ogni 23 marzo non posso far a meno di ricordare, non fosse altro perché qualche compagno e amico, in primis Alessio, una telefonata o un messaggino ironici – ricordando i pullman “da spostare”, le pecore che invadevano una corsia e altre leggende ancora – non me li ha fatti mai mancare.
Ma questo ventennale ha qualcosa di speciale e non solo per me. Certo, sono sicuro, lo è per tutte le donne e gli uomini, le ragazze e i ragazzi, occupati e non, di ogni età e di vario orientamento politico e culturale, sindacalizzati o militanti di organizzazioni sociali diverse, semplici cittadini che non ci stavano a subire una manomissione dei propri o degli altrui diritti e il ritorno del terrorismo brigatista che solo tre giorni prima aveva assassinato il Professor Biagi. Certo lo è sicuramente per quella moltitudine immensa di persone che oggi può dire: io c’ero!
Una manifestazione incredibile, pensata in un solo mese, immaginata come una grande festa dei diritti, piena di colori e allegria in risposta alla cupezza e ottusità dell’attacco del Governo all’articolo 18 e non solo e che abbiamo dovuto smontare e rimontare in tre giorni proprio a seguito del ritorno del terrorismo.
Una immensa manifestazione di popolo come mai si era vista prima e neppure dopo. Un popolo unito profondamente e incurante delle divisioni proprie di ogni appartenenza. Valori universali, idee, proposte e politiche sentitamente condivise.   
Credo che ognuno di noi, qualche minuto lo abbia già speso a ripensare a quel giorno, al viaggio compiuto con ogni mezzo per arrivare a Roma, allo sfilare per le sue strade scaldate dal bel sole di primavera, all’orgoglio e alla felicità di essere protagonista di una giornata che sentivamo sarebbe passata alla storia.
Per me i ricordi di quel giorno sono tantissimi, ma c’è una foto, recuperata da pochi giorni, scattata all’alba di quella mattina che mi ritrae con mia figlia Valeria sull’altissimo palco davanti al Circo Massimo, quando ancora non c’era nessuno se non chi aveva lavorato tutta la notte. Lo sguardo tradisce certamente la stanchezza ma anche la sicurezza che tutto sarebbe andato come avevamo previsto e che tutto il “catino” e le cinque strade che vedevamo a quell’ora vuote si sarebbero riempite fino a non consentire a tutti di arrivare nelle adiacenze del palco.
Ma immagino anche che ognuno, ripensando a quel giorno, riveda oggi il proprio vissuto sindacale e politico, il proprio sentirsi cittadino, da allora ad oggi e provi a trarne qualche bilancio, con la sincerità della riflessione solitaria.
Riflettere qualche minuto su tutto ciò, magari con gli occhi pieni delle immagini strazianti della spaventosa e criminale guerra provocata da Putin, è necessario, o per lo meno utile, a connettere i vari passaggi della storia di ognuno e di tutti e ricordarci che la lotta per i diritti, per tutti i diritti, di tutte e tutti, non finisce mai, neppure dopo una vittoriosa giornata come quel 23 marzo del 2002.     
*Achille Passoni è stato Direttore generale della Cgil. Fu la mente e il braccio organizzativo della manifestazione al Circo Massimo del 23 marzo 2002 – Entra poi nella segreteria Nazionale della Cgil.
Alle elezioni politiche del 2008 viene eletto al Senato in regione Toscana, per il Partito Democratico. È membro dell’11ª Commissione permanente (Lavoro e previdenza sociale) e del Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica.
collettiva
 
 
Leggi anche l’articolo “Circo Massimo, vent’anni dopo”, di Alessandro Genovesi, su Collettiva.it

Sommario

Recenti