Cercasi giovani medici di frontiera. La Toscana lancia un progetto innovativo

La Toscana a caccia di giovani medici disposti a farsi le ossa e a fare carriera partendo dalle strutture ospedaliere periferiche e insulari. Per questo lancia un progetto sperimentale, unico nel suo genere a livello nazionale, per attrarre giovani professionisti a cui la Regione garantisce una carriera nel Sistema sanitario pubblico rendendosi disponibili a lavorare inizialmente in strutture ospedaliere fuori dai grandi centri urbani o insulari. I posti previsti in questa tornata sono 18. Per loro più soldi, da 1420 a 8.300 euro all’anno, più formazione e futuro più certo.

Nell’ultimo anno circa 700 medici hanno lasciato la sanità pubblica toscana. Per pensionamento ma anche in seguito a dimissioni volontarie. Lo Spi Cgil lo denuncia da tempo: è un fenomeno che colpisce soprattutto le aree interne, che si stanno trasformando, sempre più, in zone di frontiera della sanità pubblica. Non a caso, quello della carenza di medici nelle zone periferiche è stato l’argomento più trattato nelle passate Feste di Liberetà.

Come convincere, allora, i giovani medici a fare quest’importante e molto formativa esperienza lavorativa in queste strutture? Nelle prossime settimane la Regione Toscana lancerà avvisi pubblici per la copertura di 18 posizioni che interesseranno gli ospedali periferici e insulari delle tre grandi aree in cui è divisa la sanità toscana per le quali sono previsti incentivi economici, possibilità di formazione e anche carriera. Ripartite per grandi Asl, sono previste 9 assunzioni nell’Asl Toscana Nord-Ovest, 2 nell’Asl Toscana centro, 7 per l’Asl Toscana sud est. Nel dettaglio, 4 posizioni all’isola d’Elba: un posto in radiologia, un posto da igienista, uno in geriatria, uno in pediatria; un posto in cardiologia e uno in nefrologia nelle Valli etrusche; un posto in geriatria nella Valle del Serchio, un radiologo in Lunigiana, un geriatra a Volterra; un posto in medicina d’urgenza in Valdinievole, uno in ortopedia a Borgo San Lorenzo; un posto in igiene e medicina preventiva nel Distretto Casentino, Valtiberina e Val di Chiana Aretina, un posto in medicina interna nello stabilimento ospedaliero Casentino e/o stabilimento Val Tiberina, un posto in ortopedia e traumatologia e un altro in nefrologia e dialisi nel presidio ospedaliero di Nottola, uno psichiatra nella zona Amiata Grossetana Colline Metallifere, un posto in radiodiagnostica nello stabilimento ospedaliero di Massa Marittima e di Castel del Piano; un posto, infine, di igiene e medicina preventiva per la Zona delle Colline dell’Albegna e correlati ospedali di Orbetello e Pitigliano.
La Regione garantisce ai medici che si mostrassero restii a partecipare a concorsi nella sanità pubblica o che rifiutano addirittura un’assunzione perché temono che andare a lavorare in strutture periferiche possa poi influire negativamente sulla loro carriera, che le strutture indicate nel bando sono una porta d’accesso prioritaria “per la professionalizzazione, la formazione e anche con vantaggi economici”. I bandi prevederanno l’assunzione a tempo indeterminato come dirigente medico ma con un addendum con clausole esclusive che si sommano alle condizioni contrattuali standard.
Il giovane medico assunto sarà assegnato per tre anni alla struttura periferica per la quale ha concorso, poi potrà scegliere se proseguire per altri due anni oppure scegliere di essere assegnato ad un altro dei presidi ospedalieri più centrali della Asl di riferimento. Conclusi i cinque anni, potrà decidere se proseguire la propria carriera nel presidio assegnato oppure spostarsi in un altro ospedale del sistema sanitario regionale toscano.

Sull’argomento afferma Alessio Gramolati, Segretario generale dello SPI Toscana: “Una novità importante e una attenzione alle popolazioni delle aree interne che va nella giusta direzione. Ora dobbiamo trovare una modalità che permetta di gestire la transizione perché questa svolta avrà bisogno di tempo per diventare efficace mentre i bisogni in alcune di queste aree hanno bisogno di risposte urgenti. Restiamo ‘impazienti’… per il bene di tutte e di tutti”.

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