Più pensionati che lavoratori. Cortopassi al Tirreno: “Non si risolve il problema costingendo le persone a lavorare più a lungo”

Su Il Tirreno di Lucca di domenica 7 maggio si parla del territorio lucchese che, come il resto del Paese, inizia a vedere gli effetti del calo demografico. Si stima che su questo territorio nel 2031 gli anziani saranno il 30%.

Secondo un dato della Cgia di Mestre citato nell’articolo, in provincia di Lucca nel gennaio 2022 sono state erogate 159mila pensioni: nello stesso periodo le persone occupate erano invece 152mila. nel

Il Tirreno ne ha parlato con il Roberto Cortopassi, segretario geneale dello Spi Cgil Lucca che nella provincia conta 16.300 iscritti.

“Le questioni su cui occorre intervenire sono diverse: innanzitutto si inizia a lavorare troppo tardi e spesso in maniera precaria, per cui i contributi versati sono pochi. Inoltre c’è tanto lavoro nero, penso anche nella nostra provincia, che toglie risorse al sistema e contribuisce al disequilibrio. L’immigrazione da questo punto di vista è una risorsa: sono tanti gli stranieri che lvorano e pagano i contributi, molti meno quelli che rimangono a godersi la pensione”.

Prosegue ancora Cortopassi: “Non è pensabile risolvere il problema costringendo le persone a lavorare fino a 65, 66, 67 anni. Ci sono lavoratori che dopo una certa età non è possibile svolgere o almeno diventa pericoloso”.

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