È stata presentata a Roma il 19 ottobre un’anticipazione del tredicesimo Rapporto Cgil, Spi Cgil sulla Contrattazione sociale e territoriale 2021.
Dallo studio realizzato dalla Fondazione di Vittorio e illustrato dal ricercatore FDV Beppe De Sario, è emerso uno spaccato dell’andamento degli accordi da Nord a Sud, tra Covid-19 e ripresa, da cui si ricava che, dopo il calo sostanziale registrato nel primo anno di pandemia, lo scorso anno c’è stato un vero e proprio rimbalzo, si è tornati ai livelli pre-emergenza sanitaria.
I documenti siglati nel 2021 sono 931, tra accordi, piattaforme e verbali, frutto di un’intensa attività negoziale, sottoscritti principalmente a livello comunale (82,2 per cento), ma anche inter e sovracomunale (15,2) e in piccola parte regionale (2,6), distribuiti soprattutto in Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Toscana, seguono Lazio, Marche, Puglia e Piemonte.
I tre quarti della contrattazione si svolge nelle regioni del Nord, anche se nel Sud si intravedono segnali di ripresa non tanto nell’ambito dei comuni, che spesso per mancanza di risorse vivono situazioni critiche, quanto in quello del welfare territoriale. Un altro fattore di novità sono gli accordi che superano i confini comunali e si concentrano su diversi temi: la programmazione dei servizi, la promozione della legalità, lo sviluppo e il sostegno al lavoro. Un segnale promettente del 2021, sebbene anche in questo caso valgano le storiche differenze tra territori. Oltre alle tradizionali azioni nell’ambito delle politiche sociali, sanitarie, socio-sanitarie e assistenziali, da sempre un pilastro della contrattazione sociale, si va dall’alleggerimento di rette e tariffe scolastiche alla rimodulazione delle aliquote Irpef, dalle borse lavoro alle misure di sostegno al reddito e ai soggetti più fragili, dalla riorganizzazione dei servizi territoriali all’aiuto alle associazioni che consegnano farmaci, vestiario, alimenti.
Leggi il Report sintetico sulla contrattazione sociale territoriale 2021