Sui quotidiani di mercoledì 21 febbraio si parla del progetto “Il rischio non è il mio mestiere” promosso dallo Spi Cgil Toscana per spiegare la sicurezza sul lavoro agli immigrati, creato da Alfredo Zallocco, ingegnere e ex addetto della Asl alla sicurezza sul lavoro e da Leandro Innocenti, una vita da sindacalista nel settore dei traporti. Vengono organizzati incontri in centri per migranti, nei corsi di formazione promossi dalla Regione o dal Pin di Prato, partendo dal presupposto che tanti stranieri iniziano a lavorare anche in posti molto pericolosi senza saepre prima l’italiano.
Attraverso le fotografie di incidenti sul lavoro avvenuti in Toscana negli anni passati, viene mostrato agli stranieri cosa non bisgona fare: “Facciamo vedere come ci si muove su un ponteggio, come ci si deve vestire, dove non si deve stare perchè potrebbe caderci qualcosa addosso” spiega Zallocco al Corriere Fiorentino.
“Queste persone entrano nel mondo del lavoro prima di avere sufficiente capacità di comprendere l’italiano” affermano Zallocco e Innocenti su Il Tirreno. “Attraverso il terzo settore abbiamo chiesto il coinvolgimento dei mediatori culturali. Certo, è vero che queste persone devono imparare l’italiano: non c’è dubbio. Ma, intanto, che abbiano il minimo di informazione per salvarsi la vita. Ho un colpo solo da ‘sparare’ e quando li becco devo dire loro dove si muore. Nella lingua che capiscono. Quale che sia”.