Ha raggiunto e superato l’obiettivo delle 100mila firme la campagna organizzata dallo Spi Cgil Toscana e da Cgil Toscana a difesa della sanità pubblica. Grazie anche alla “spinta” della petizione on line su change.org le firme raccolte a sostegno della proposta di legge promossa dalla Regione Toscana per migliorare e salvare il Servizio sanitario nazionale hanno toccato quota 113.353. Lo ha annunciato il segretario generale dello Spi Cgil Toscana Alessio Gramolati nella mattinata del 13 dicembre al Tuscany Hall di Firenze, in occasione dell’evento “Prenditi cura di me” organizzato dal sindacato pensionati della Cgil Toscana.
Nel corso dell’iniziativa sono emerse anche alcune proposte per migliorare la sanità toscana, su sburocratizzazione, liste di attesa, medici per le aree svantaggiate, Rsa e malati cronici, nate dal confronto con gli esperti e i protagonisti del sistema, che lo Spi Cgil Toscana fa proprie e “rilancia” all’attenzione della politica: una nuova relazione tra paziente, medico di base e specialista, orientata al principio “Dove si prescrive, si prenota”; percorsi di prevenzione per intercettare precocemente gli indicatori di fragilità dell’anziano; un ampliamento del portale Zero code della Regione Toscana e l’attivazione di “uffici virtuali remoti” in aree svantaggiate; un servizio di trasporto per accompagnare alle visite ambulatoriali chi vive nelle zone in cui manca il medico di base e un luogo di coordinamento che avanzi soluzioni concrete nelle zone transitoriamente scoperte.
“Con la raccolta firme abbiamo raggiunto un risultato straordinario che ha superato ogni nostra aspettativa, che sicuramente ha colto un sentimento e un’attenzione presenti nell’opinione pubblica ma anche lanciato un messaggio tempestivo, dato che in questi giorni si decideranno partite importanti sia per quanto riguarda la legge di bilancio sia la restituzione alle Regioni prevista dal payback – afferma il segretario generale dello Spi Cgil Toscana Alessio Gramolati –. C’è stato un lavoro eccezionale dei volontari nei territori e ci sono state tantissime firme raccolte on line in pochissimi giorni, a dimostrazione che la difesa della sanità pubblica è una questione che interessa tutti. Bisogna migliorare anche la sanità toscana, altrimenti diventerà sempre più difficile difenderla e questo è solo l’inizio del nostro impegno”.
La campagna di raccolta firme
Tra ottobre e novembre lo Spi Cgil Toscana e la Cgil Toscana hanno promosso la campagna “100 mila firme per migliorare e salvare il Servizio sanitario nazionale” in appoggio alla proposta di legge della Regione Toscana, che chiede un incremento del Fondo Sanitario Nazionale di circa 4 miliardi l’anno. Per garantire risorse stabili al servizio sanitario universalistico, la proposta di legge prevede di portare al 7,5% del PIL il finanziamento annuale. Per oltre due mesi i volontari dello Spi e della Cgil hanno raccolto le firme dei cittadini presso le proprie sedi, nei mercati e durante manifestazioni e iniziative organizzate dal sindacato. Il 4 dicembre è partita su change.org anche la campagna di raccolta firme online “Impazienti”. Ad oggi hanno firmato complessivamente, tra raccolta firme “cartacea” e online, 113.353 persone.
Le proposte per migliorare la sanità toscana
Dall’evento “Prenditi cura di me” sono emerse alcune proposte per migliorare la sanità toscana nate dal confronto con i protagonisti del sistema. Sul fronte della sburocratizzazione, dal panel “Semplifichiamoci la vita” Andrea Belardinelli, Responsabile Sanità digitale e Innovazione Regione Toscana ha annunciato alcune imminenti novità. Nel 2024 entrerà nel vivo la parte realizzativa degli investimenti Pnrr della misura 6 Salute, fra cui l’intervento più importante riguarda la telemedicina. Entro fine anno il portale Zero code della Regione Toscana, finora utilizzato per prelievi ed esami di laboratorio (ad oggi 3.488.988 le persone che lo hanno utilizzato) sarà ampliato con l’inserimento di una serie di servizi amministrativi, per cui saranno prenotabili anche accessi per l’iscrizione al Ssn, la scelta del medico e molti altri servizi. Intorno a febbraio saranno inoltre attivati “uffici virtuali remoti” in alcune realtà particolarmente svantaggiate dove l’apertura di un ufficio ASL non sarebbe sostenibile. Entro aprile la richiesta di ausili per l’incontinenza si potrà fare completamente on line.
Sulle liste di attesa la proposta avanzata nel corso del panel “Diamoci un taglio” da Valtere Giovannini, già Direttore Generale Sanità Toscana è quella di una “rivoluzione” nella relazione tra il medico di medicina generale, il paziente e il medico specialista, secondo il principio “Dove si prescrive, si prenota”. La proposta prevede che non sia più, come accade oggi, il singolo cittadino a prenotare la visita con lo specialista prescritta dal medico curante, ma che sia il medico stesso a fare la prenotazione, attraverso i propri assistenti di studio. Questo garantirebbe una più efficiente presa in carico e una maggiore appropriatezza nel ricorso alle visite specialistiche.
Rispetto al problema della carenza di medici nelle aree svantaggiate, una delle proposte emersa dal panel “Riduciamo le distanze” con Stefano Grifoni, Coordinatore del Comitato Scientifico dell’Organismo Toscano per il Governo Clinico, è quella di distinguere, nelle zone più distanti dal centro dell’attività assistenziale, tra attività emergenziale e ambulatoriale. Mentre per la prima il riferimento resterebbe il 118, per l’attività ambulatoriale si potrebbe attivare, nelle aree svantaggiate in cui manca il medico di medicina generale, un servizio di trasporto per accompagnare i pazienti che necessitano di una visita alla Casa della salute più vicina, sulla scia di quanto avviene oggi, ad esempio, per chi necessita di dialisi.
Due le proposte emerse dal panel “Prevenire è meglio che curare” dedicato a Rsa e malati cronici con Enrico Benvenuti, Geriatra, Direttore del Dipartimento Medicina Multidimensionale USL Toscana Centro. La prima è quella della presa in carico del paziente con scompenso clinico affetto da malattie croniche e spesso disabile, costruendo un modello di cura domiciliare in grado di fornire le stesse cure che si riceverebbero in ospedale, compresa la presa in carico all’interno del pronto soccorso. La seconda è quella di lavorare di più sulla prevenzione per andare a intercettare precocemente gli indicatori di fragilità dell’anziano, così da inserire tempestivamente la persona in un programma di identificazione delle malattie croniche e rallentare così il processo di disabilità.
La mattinata si è conclusa con un contributo video di Giuseppe Remuzzi, Direttore Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, Massimo Livi Bacci, Università degli Studi di Firenze e Sabina Nuti, Rettrice Scuola Superiore Sant’Anna Pisa.
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