2° Report sull’attività degli sportelli SPI Na

È stato presentato il 14 novembre presso la Camera del lavoro Cgil a Firenze il secondo report dell’attività degli Sportelli SPI Na, progetto dello Spi Cgil di Firenze.

I primi 8 sportelli sono stati inaugurati a fine anno 2021 (Firenze, Borgo San Lorenzo, Bagno a Ripoli Campi Bisenzio, Certaldo, Castelfiorentino e Fucecchio) e dal 1 settembre 2022 sono stati aperti altri 4 sportelli (Empoli, Montelupo F.no, San Casciano, Sesto Fiorentino). Dal mese corrente ne sono stati aperti altri 3 (Scandicci, Le Signe e Greve in Chianti).

Cosa emerge dall’elaborazione dei dati raccolti
Complessivamente nei dieci mesi di attività, gli accessi registrati agli sportelli sono stati circa 200, in lieve flessione rispetto al primo anno di apertura. La persona non autosufficiente per il 76% è di sesso femminile, il restante 24% di sesso maschile, quasi la metà sono nella fascia di età 81/90 anni.

L’accesso agli sportelli:
– 28% Borgo San Lorenzo
– 20% Fucecchio
– 17% Firenze
– 11% Castelfiorentino
– 10% Campi Bisenzio
– 5% Sesto Fiorentino
– 3% Empoli, Figline Valdarno, Montelupo
– 2% San Casciano

Le patologie invalidanti (le più diffuse)
– 31% età avanzata
– 21% Demenza senile
– 12% Alzheimer
(spesso le patologie sono più di una)

Perchè ci si rivolge allo sportello SPI NA
– per il 41% per conoscere il percorso sulla non autosufficienza
– per il 23% per informazioni su invalidità, legge 104 e avvio pratiche
– per il 4% amministratore di sostegno
– per il 5% per accesso Bandi Inps Home Care Premium (scarsamente conosciuti, ma provvediamo durante il colloquio ad individuare il requisito per accedere)

Percentuale di invalidità rilevata (dato raccolto su 116 utenti)
– il 76% invalido al 100%
– il 21% invalidità media (66-99%)
– il 3% invalidità inferiore al 66%

Il contesto
Secondo una stima dell’ARS, gli anziani non autosufficienti nell’AUSL Toscana Centro
(considerando la Zona Fiorentina, la Fiorentina Nord Ovest, la Fiorentina Sud est, il Mugello e l’Empolese Valdelsa Valdarno) sono circa 24400 persone di cui in carico ai servizi territoriali 12577 (esclusa RSA). Sempre secondo i dati di ARS Toscana 2022 la percentuale di anziani in cure domiciliari, cosidetta Adi, assistenza domiciliare che prevede interventi e attività sanitarie e socio sanitarie presso il domicilio (trattamenti medici, infermieristici e riabilitativi) si aggira, in media, intorno al 12%.
Un esempio nell’area Fiorentina (dell’AUSL Toscana Centro): su 95746 anziani over 65 le persone che hanno ricevuto almeno un accesso domiciliare sono pari a 14472

Questi dati, commentano da Spi Cgil Firenze, parlano da soli: le cure domiciliari fanno fatica a coprire il fabbisogno e quindi le persone coinvolte – gli anziani, ma anche i caregiver familiari – si trovano da soli ad affrontare i bisogni necessari a chi ha perso la propria autonomia. Questo comunque in una regione, come la Toscana, sicuramente maggiormente virtuosa rispetto al quadro nazionale. Quadro che può migliorare soltanto se la Legge di Riforma (33/2023) attesa da 25 anni, potenzialmente innovatrice, verrà finanziata adeguatamente dalla legge di bilancio in approvazione, cosa che al momento non è avvenuta, e quindi i condivisibili obiettivi della riforma – semplificazione,
domiciliarietà, residenzialità di qualità – rischiano di rimanere solo parole sulla carta.
Attualmente l’unica offerta di servizi nel Paese, universale e uguale per tutti è l’indennità di
accompagnamento (erogata dall’Inps) la cui copertura nel paese è del 10,6%, che però non prevede né la presa in carico da parte del servizio pubblico, né un Piano di Assistenza Individualizzato. La riforma deve avere come obiettivo, oltre alla semplificazione dei processi, il potenziamento dell’assistenza domiciliare affinché l’anziano, non grave, possa essere assistito quanto più a lungo possibile presso il proprio domicilio.
L’integrazione tra ambito sanitario e sociale (Adi e Sad) è fondamentale e si potrà realizzare rafforzando e qualificando i Distretti Sanitari e gli Ambiti Territoriali Sociali, con organici e professioanlità adeguate; allo stato attuale assolutamente indaguati nell’intensità e nella durata.
Concludendo, oggi il ruolo delle famiglie, al cui interno c’è un anziano non autosufficiente, è di sostanziale supplenza nei confronti dello Stato, e in questo caso, come afferma la professoressa Chiara Saraceno “ le politiche familiari sono il risultato di un’assenza”.

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