L’intervento di Guelfo Guelfi: “La quarantena è finita. Ora ripartiamo!”

Pubblicato su “La Nazione” – edizione Firenze di sabato 21 marzo 2020.

La quarantena è finita. Ora ripartiamo!

La mia quarantena sta finendo. Oggi è il 20 e sono 14 giorni. Le mie condizioni di salute sono quelle da tempo. Prostata, pressione, glicemia, qualche attimo di depressione, qualche picco di eccitazione. Capita che la intenda ma anche che la fraintenda. Sono di solito soddisfatto dalle mie reazioni anche se alcune non vorrei mai averle avute. Tutto come da una trentina d’anni a questa parte. Ma non è la stessa storia. Siamo prigionieri comodi di una contraddizione grossa come e più di una casa. Grossa come il villaggio globale con tutti i gradassi, gli scemi, i pavidi, gli annoiati e i prudenti che lo abitano da tempo. È unanimamente riconosciuta la necessità di non incontrare chicchessia. Due parole, un saluto, anche solo una sbirciatina sono indicati come veicoli possibili dell’infezione. Eravamo tutti allenatori della nazionale di calcio, ora siamo tutti Medici in trincea. Basta un terrazzo. Troppa gente va in giro e noi italiani strappiamo il primato dei morti alla Cina. Troppa gente risponde obbedendo e dà di pazzo. Quanto durerà ? A lungo si teme. Martina vive a Cesena, c’ha un uomo e un cane. L’uomo lavora al nord. Vicenza, zona pesa. Lei fa le sue cose a casa a Cesena. Esce spesso con il cane che le fa da compagnia e da trainer. La muove, la sprona. Lei ligia raccatta le cacche, lo guarda e considera le differenze con gli altri cani, con gli altri umani, senza aderire a nessuna considerazione remissiva e tanto meno aggressiva. Due brave persone lei e il suo cane. Ma il coronavirus, giorno dietro giorno restringe lo spazio vitale, isola tutti da ognuno e impone la domanda: e ora ? Domani è un altro giorno già si sa. Uguale, noioso, pericoloso. Fino a quando non vedremo la lancetta dei contagi prendere a scendere, i numeri sono i padroni del campo. Stamani noi dello Spi Cgil Toscano abbiamo provato la conference call. Il nostro Segretario Generale mi ricordava il sub comandante Marcos quello di cui non si conosceva il volto, fumava la pipa da un buco. Alessio è stato in controluce e nessuno poteva vederlo. Sentirlo si. A non farsi sentire era il dirigente responsabile della comunicazione. L’unico di cui non abbiamo sentito la parola. Manuele da casa seguiva via phone. Tutto si è svolto come doveva e domani alle 15 lo faremo di nuovo. Sentiamo il dovere ma anche il piacere di essere quel che facciamo e di fare quel che siamo. E questa è forse la cosa più interessante della vicenda che ci troviamo ad attraversare. La Regione Toscana ci sta: ascolta le sollecitazioni ed ora lavoriamo per rendere noti, provincia per provincia, i numeri che consentono a chi ne abbia bisogno di provvedere alla spesa. E’ importante come sapere che ognuno “in su casa” non resta mai solo. Una telefonata allunga la vita non solo perché si mangia ma perché si parla. E si parla di noi: “mi raccomando il pane, poco ma integrale”

 

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