Il diario dalla quarantena: Arrestatevi! di Guelfo Guelfi

Pubblicato su “La Nazione”, edizione Firenze – 30 marzo 2020

I domiciliari? L’incubo vero è il futuro

di GUELFO GUELFI

Arrestatevi! Se devo dire la verità a me gli arresti domiciliari mi sembravano una bella cosa: alleggeriscono la pena, tra dentro e dentro le mura domestiche è tutto un altro stare. Anche a guardare in prospettiva. Domani è un altro giorno davvero: la gazza vola libera anche se è ladra e in questa stagione si apprezzano i bocci e si temono le brinate. Ma a casa ho la fortuna di stare bene. Però. Questa volta a farmi prigioniero è un virus. Ha fatto una retata in tutti gli angoli del mondo. Milioni di prigionieri e migliaia di uccisi. Pare ce l’abbia con i vecchi ma si allarga e quel che mi pare peggio, non sceglie.

Per provare a difendersi, dobbiamo restare in casa. Non è cosa facile da capire, né da digerire. Ti affacci e vedi scorre i passeggiatori di cani, i podisti e coloro che non si spiegano perché oggi in giro ci sia cosi poca gente.
È tutto un dire: ma quanto dura? Il picco è come il miraggio: lo vedi, lo insegui, ma lui, imperterrito si sposta sempre più in là. Appena appureremo che siamo in discesa, che è lenta ma certa, appena ci potremo interrogare sul cosa, ora e come affrontare il mondo nuovo, scopriremo ahinoi, che non ce la facciamo più.

‘Ste rate come si fa a non pagarle? ‘Ste “agevolazioni” concordate con Equitalia che si fa? Si esce con il modulo per l’autocertificazione su cui abbiamo scritto devo pagare i buffi ma non so bene dove e soprattutto non so con quali soldi? Non dico che mi venga subito in mente una rapina, ma un furto, una truffettina…
Cinquanta miliardi, Brunetta dice di arrivare a cento – bravo Brunetta, la prossima volta ti voto – bastano o non bastano. Se ci rientro bastano se no son problemoni. Governo e Europa, fateci capire come, quando e dove ci date ciò che promettete. A me: solo, non autosufficente, che ho speso quel che avevo per aiutare i ragazzi, chi me la porta la spesa a casa e chi la paga?

Dai per ora si tiene, è il cervello che corre, anche lui da solo. Stella mi ha detto che stanotte ho urlato: aiuto. Non mi sono accorto di nulla. Ha detto che mi ha abbracciato e che dormivo profondo. Mi ha abbracciato, al caldo, noi due. Allora non sono solo. Non ho l’incubo di cose da pagare. Però so’ cose che potrebbero mettere paura, cose con cui le buone parole preoccupate del Presidente Mattarella e quelle meravigliose immagini della preghiera del Papa, potrebbero scorrere all’infinito mentre i vetri delle vetrine cadono in frantumi, il branco prova a muovere. Allora, a chi tocca fermarlo?

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