Intelligenza artificiale, domotica e robotica per rispondere ai nuovi bisogni
Aumentano gli autosufficienti, la spesa per l’assistenza è aumentata oltre il 10%
Un problema sociale ed economico che riguarda sei milioni e mezzo di famiglie
di Stefano Vetusti
È la sfida più importante da vincere per costruire la società del futuro. Creare un nuovo modello di welfare e nuovi servizi per dare risposte di assistenza a tanti anziani malati che oggi ne sono esclusi, sfruttando le nuove frontiere aperte dalle nuove tecnologie, dall’intelligenza artificiale, la robotica, la domotica.
Nell’Italia che invecchia sempre di più l’aumento delle persone anziane non autosufficienti diviene una emergenza anche sotto il profilo sociale ed economico. Sono circa sei milioni e mezzo le famiglie con anziani che hanno bisogno di assistenza continua. Nel 2018 la spesa per questa assistenza è aumentata di oltre il 10%, sfiorando i 30 miliardi. Attenzione: soltanto sei famiglie su dieci, per ora, ce la fanno a reggere alle spese con il proprio reddito. Il sistema delle badanti resta quello più diffuso, sono ormai circa un milione in Italia, la tabloid& grande maggioranza straniere. Costano in media duemila euro al mese .
Nel tempo questo modello non può reggere anche perché i risparmi finiscono e molti se la cavano ancora con forme di lavoro nero destinate nel tempo a venire a galla. Il gap enorme di assistenza è certificato anche dall’Osservatorio sulla Long Term care del Cergas Bocconi. L’Italia è agli ultimi posti in Europa nella capacità di rispettare i diritti e garantire risposte adeguate ai bisogni di cura e assistenza della popolazione anziana . In testa ci sono gli svedesi. Già oggi le persone con oltre 65 anni in Italia sono 12 milioni , il 22% del totale contro il 19% in Europa . Nel 2050 supereranno il 30%. In Italia ci sono 4 milioni e 360mila persone con disabilità, di cui 2 milioni e 600mila oltre i 65 anni e il 42,4% degli over 65 disabili vive da solo.
In Italia nonostante l’alta percentuale di over 80, la quota di spesa sanitaria complessiva dedicata all’assistenza sanitaria a lungo termine è il 10,1 %, mentre in Francia e in Germania è rispettivamente il 14,8% e il 16,5%. Questi dati sono riportati su “Le tecnologie della silver economy”, di Elena Como (AgenziaLama) per lmpact Hub Firenze di ottobre 2019. La spesa pubblica complessiva per servizi di long term care è di 31 miliardi. Sono 598 euro a testa, contro i 993 della Germania, i 1197 della Francia, i 1171 del Regno Unito.
L’innovazione digitale, l’intelligenza artificiale, le nuove tecnologie possono migliorare la qualità della vita delle persone anziane. Dalla sensoristica ai dispositivi indossabili, con biosensori inseriti in capi di abbigliamento per misurare parametri biologici e fornire informazioni sullo stile di vita, o con sensoriche possono permettere di verificare il sonno, la qualità dell’aria, la deambulazione in casa, rilevare una caduta. L’intelligenza artificiale può fornire assistenti virtuali nelle terapie, la robotica e la domotica possono offrire assistenza alla persona. << Leggiamo i dati relativi alla Silver Economy – sottolinea Alessio Gramolati che in Cgil nazionale si è occupato a lungo delle nuove frontiere della tecnologie e dei suoi impatti sul lavoro e la società -.
L’Ocse segnala che tra pochi decenni l’incidenza sul Pil passerà dal 4% al 9%, più del doppio. Si aprono inesplorate praterie che dovremo riempire di progetti nei quali le attività ad alto contenuto tecnologico aumenteranno l’autonomia e interverranno sulla qualità della vita di ognuno. Proprio l’innovazione tecnologica può essere una straordinaria alleata per aggiornare il modello di sviluppo e per farlo crescere intercettando i grandi trend globali.
Oggi, proprio da un ritorno dell’investimento pubblico in ricerca su sanità e sociale può passare il trasferimento tecnologico verso le imprese, attraverso lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Diversi sono i programmi messi in atto dall’Unione europea su questo fronte, con l’uso di nuove tecnologie per migliorare la vita degli anziani . In Italia viene rilevata la frammentazione e lentezza nella messa in atto di strategie di eHealth. L’intelligenza artificiale comincia timidamente a trovare applicazione ma resta per ora marginale.