In Italia l’8,5% della popolazione, ossia 2,2 milioni di cittadini, ha difficoltà a pagare le bollette di luce, gas e riscaldamento, ma meno di un quinto di questi soggetti ha ottenuto il bonus sociale, a causa di scarsa informazione o procedure complesse. È quanto emerge dallo studio della Fondazione Di Vittorio, commissionato dallo Spi Cgil per approfondire il tema dei “nuovi poveri energetici” in base ai dati 2021 raccolti attraverso le sedi territoriali del sindacato dei pensionati.
Anziani che vivono da soli, per lo più donne: l’indagine traccia questo “identikit” degli utenti che riscontrano difficoltà ad acquistare un paniere minimo di servizi energetici. Accanto a loro ci sono i cosiddetti “vulnerabili energetici“, ossia quelle famiglie in disagio economico che sono esposte a una situazione di fragilità a causa di un’abitazione non efficiente a livello energetico.
Durante il secondo semestre 2021 le sedi territoriali dello Spi hanno raccolto 820 questionari. Una buona parte dei poveri energetici è vedovo/a (31%) e vive in nuclei monofamiliari (25%) o al massimo composti da due componenti (46%). La maggior parte è rappresentata da donne, per oltre il 61%, e sia tra i poveri che i vulnerabili energetici il 42% ha la licenza elementare e il 30% quella media. Stando all’indagine, i poveri energetici riscaldano casa per lo più con il camino tradizionale a legna o con il gas e il gasolio, mentre il riscaldamento alimentato da fonti rinnovabili è praticamente assente. I principali risultati dell’indagine sono stati pubblicati anche sul quotidiano La Stampa di oggi, 4 gennaio 2023.