Dal fondo di pagina 26, sul Corriere della sera, Vincenzo Paglia – ancora Presidente della Commissione dell’attuazione per la riforma socio-sanitaria per gli anziani del Ministero della salute – scrive al Direttore e dice a chiare lettere: “Non è possibile Vivere e morire così”. Indica la strage di Milano nella “Casa dei coniugi” come la manifestazione insopportabile di inadempienze gravi. Ricorda l’inadeguatezza delle misure di assistenza e sorveglianza e la drammatica stasi della legge sulla non autosufficenza sul tavolo di lavoro della premier Giorgia Meloni.
“Lasciatemi dire, finalmente il Governo Meloni ha approvato una legge delega che ci fa intravedere il sogno di una vita a casa propria, nella dignità e nella cura, o almeno in luoghi aperti, civilmente inseriti in un tessuto umano e sociale, circondati da quelle cure che permettono agli esseri umani di sentirsi ancora tali, anche in strutture dal sapore famigliare. Dico a me stesso ed ai responsabili del governo, delle amministrazioni regionali e comunali, come anche al volontariato, a tutti, che dobbiamo fare presto: mai più debbono avvenire tragedie della noncuranza, della sciatteria volgare e assassina che circonda tanti anziani! Si deve far presto a scrivere i decreti legislativi e li si deve scrivere bene, accettando la sfida umana, economica e civile che comporta l’assistenza di milioni di esseri umani. In realtà la posta in gioco è ancora più alta: è il senso stesso che vogliamo dare alle nostre vite e alla nostra vecchiaia, che sia una stagione di pace, di affetti, di libertà. Siamo al bivio di una grande scelta di civiltà. Non possiamo né tardare, né fallire”.
Così chiude il buon Vincenzo Paglia. Noi siamo stati con lui e continuiamo ad esserlo. La nostra più che una esortazione è una rivendicazione. La rivendicazione di un diritto evidente a cui invece di volgere le spalle bisogna dare gamba. Ora. Grazie.