Il Governo sceglie di fare cassa sulle pensioni

La legge di bilancio del 2024 non modifica il meccanismo di rivalutazione delle pensioni e quindi l’applicazione di una sola aliquota di rivalutazione variabile per soglie di importo resta in vigore anche per l’anno 2024. Il decreto del 20 novembre 2023, emanato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha stabilito che la percentuale di variazione per il calcolo della rivalutazione delle pensioni per l’anno 2023 è determinata in misura pari a + 5,4% dal 1° gennaio 2024, salvo conguaglio da effettuarsi in sede di rivalutazione per l’anno successivo. Pertanto, la rivalutazione pari al 5,4% spetta alle pensioni di importo complessivo pari o inferiori a 4 volte il trattamento minimo € 2.271,76 lordi mensili per l’anno 2024.
Per le pensioni di importo complessivamente superiore a quattro volte il Trattamento Minimo (TM) la misura di rivalutazione spettante è ridotta in base a percentuali decrescenti, come rappresentato nella tabella qui riportata:

tabella

ESEMPIO DI CALCOLO
ULTIMO CEDOLINO DI PENSIONE IMPORTO DICEMBRE 2023

€ 2.200,00 IMPORTO CHE RIENTRA FINO A 4 VOLTE IL TRATTAMENTO MINIMO
% AUMENTO 5,4 = RIVALUTAZIONE € 118,80
€ 2.200,00 + € 118,80 = € 2.318,80

LORDO CEDOLINO PENSIONE MESE GENNAIO 2024 € 2.318,80

Questo per quanto riguarda la rivalutazione delle pensioni, mentre per il resto, nonostante gli slogan e le promesse elettorali, il Governo non solo non cancella la Riforma Monti/Fornero, ma ne peggiora le condizioni. Nessuna risposta ai giovani, alle donne, si continua a fare cassa sui pensionati, peggiorando il meccanismo di rivalutazione definito lo scorso anno.

Da tempo rivendichiamo l’approvazione di una vera Riforma delle pensioni che: superi la Legge Monti-Fornero introducendo la flessibilità in uscita da 62 anni di età o 41 anni di contributi; affronti le distorsioni del sistema contributivo e introduca una pensione contributiva di garanzia per i giovani, precari e discontinui; affermi il principio che i lavori non sono tutti uguali a tutela di quelli gravosi e precoci; riconosca il valore del lavoro di cura e della differenza di genere; garantisca la piena tutela del potere d’acquisto delle pensioni in essere, ne aumenti il valore e ampli la platea di pensionati a cui riconoscere la somma aggiuntiva cosiddetta “quattordicesima mensilità”.

Il tema delle pensioni deve essere affrontato guardando all’equità del sistema con l’obiettivo di garantire trattamenti dignitosi oggi e in futuro.

Anna Costagli fa parte della Segreteria SPI CGIL Toscana

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