Il contributo di Pietro Logi* chiude il ciclo di questa rubrica dedicata allo Statuto de lavoratori
Sono nato nel 1937 a Colle di Val D’Elsa, dove attualmente abito da pensionato iscritto allo SPI CGIL. Sono entrato alla V.I.T.A.C. (Vetreria Industria Toscana Articoli Cristallo) nel 1952 all’età di 13 anni come garzone e dopo due anni sono passato operaio. Nel 1961 sono entrato alla Cristalleria La Piana, dove iniziò la produzione di un vetro con un contenuto di ossido di piombo superiore al 24% creando un cristallo trasparente e purissimo in grado di competere in brillantezza con quello di altri paesi in Europa.
La tradizione vetraria di Colle di Val D’Elsa vantava origini molto antiche grazie alla sua posizione logistica (Via Francigena) e grazie alle sue maestranze che nel corso dei tempi avevano acquisito una grande professionalità: per questo la produzione ebbe impulso e un buon successo, nacquero altre aziende che si dedicarono alla produzione di cristallo ed è proprio negli anni sessanta che nascono moltissime cristallerie, creando il più grande Distretto del Cristallo Europeo. La C.A.L.B. e la Cristalleria La Piana si fusero nel 1967 dando origine alla odierna C.A.L.P. (Cristalleria Artistica La Piana), la più grande cristalleria italiana.
Sono stato impegnato sindacalmente prima nel Consiglio di Fabbrica alla VITAC e poi alla Cristalleria La Piana/CALP e successivamente nelle RSU come Delegato ho partecipato a tutte le vertenze portate avanti dal Sindacato per migliorare le condizioni di vita delle persone all’interno della Fabbrica.
Il passaggio della produzione dal vetro al cristallo con al suo interno una grande componente di piombo altamente tossico mise a forte rischio la salute dei lavoratori esposti al ciclo produttivo e di tutta la popolazione lavorativa e che abitava nelle zone limitrofe.
Le visite medica fatte ai lavoratori evidenziarono in modo drastico i rischi sulla salute che questo tipo di lavorazione produceva.
Il 1970 ha rappresentato un punto di svolta fondamentale con la ratificata della Legge 300, nota a tutti come lo “Statuto dei lavoratori”. Con esso, tra le altre cose, vengono introdotti per legge le rappresentanze sindacali aziendali e l’Assemblea dei lavoratori. Lo Statuto sancisce un insieme dei diritti dei lavoratori dipendenti (libertà sindacali), afferma in termini di diritto la presenza del sindacato in fabbrica e vieta l’attività antisindacale.
Questo consentì di aprire delle grandi vertenze con l’Azienda per chiedere “Salute, Giustizia Sociale e Innovazione” per lavoratrici e lavoratori in modo particolare per quanto riguardava la salute, ottenendo un investimento da parte dell’Azienda per migliorare gli impianti interni ed esterni per una maggiore tutela ambientale, all’interno della Fabbrica ma anche per le zone abitative limitrofe.
Tanto che dopo che sono andato in pensione ho saputo che l’Azienda ha cessato la produzione del cristallo introducendo un nuovo prodotto chiamato cristallino (Luminol) riducendo fortemente il rischio della salute generato dal piombo contenuto nel cristallo.
Sicuramente il punto di forza che ci permise di fare quelle grandi lotte e conquiste fu l’Articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, che ci garantiva di portare avanti le nostre rivendicazioni senza essere oggetto di minacce di licenziamento.
Purtroppo oggi vedo nella perdita di questa tutela (Art 18) un ritorno alla condizione in cui le persone per affermare i propri diritti e tutele debbano sottostare a ricatti e minacce di licenziamento.