La CGIL e il Sindacato Pensionati SPI CGIL di Siena hanno consegnato alla Direttrice Sanitaria della ASL Toscana Sud Est Assunta De Luca le oltre 9.000 firme raccolte nella provincia di Siena a sostegno della proposta di legge approvata dal Consiglio Regionale Toscano per l’aumento minimo di 4 miliardi di euro/anno dal 2023 al 2027 del Fondo Sanitario Nazionale e garantire così migliori risposte ai bisogni di cure della popolazione.
In solo qualche settimana la CGIL e lo SPI CGIL con il contributo di circa 200 pensionati hanno raccolto un numero imponente di firme, organizzando circa 140 banchetti nei mercati, negli ospedali, nei centri commerciali e nelle strutture sanitarie territoriali.
“Abbiamo parlato con tante persone che condividono la nostra battaglia per salvare un Servizio pubblico ed universale, giovani e meno giovani, – spiegano i Segretari Generali dei due Sindacati, Fabio Seggiani e Daniela Cappelli – la proposta di legge serve ad invertire la spirale del de-finanziamento decisa dal Governo che mina il funzionamento del Sistema Sanitario Nazionale con conseguenze gravi per tutti i cittadini, in particolare quelli più fragili ed anziani, prevedendo anche di dare la possibilità alle Regioni di assumere il personale sanitario necessario all’erogazione dei servizi superando i limiti e i vincoli di spesa imposti dalla legge nazionale perchè la salute è un bene prezioso per tutti ed ha bisogno di competenze e risorse”.
“Non dobbiamo rassegnarci a perdere un fondamentale diritto di cittadinanza come quello della salute tutelato dalla Costituzione Repubblicana e per il quale si è lottato 45 anni fa conquistando il Servizio Sanitario Nazionale – concludono i rappresentanti delle sigle sindacali – siamo decisi a difenderlo con le unghie e con i denti, per questo chiediamo a tutte e tutti di unirsi a noi e mobilitarsi insieme per migliorare il SSN, a cominciare col superamento delle liste di attesa e dal rafforzamento della sanità territoriale, garantendo a ciascuno il medico di base ed un accesso semplice ai servizi socio-sanitari”.
“Vogliamo che la sanità resti pubblica ed universale – sottolineano i sindacalisti – perché per tantissime lavoratrici e lavoratori, per le disoccupate ed i disoccupati, per le pensionate ed i pensionati, l’80% dei quali ha una pensione sotto i mille euro, rappresenta una condizione fondamentale per l’accesso alle cure senza ricorrere al privato”.