Pubblichiamo una poesia scritta da Pietro Contardo, il 14 giugno, dopo il naufragio dell’imbarcazione con 700 migranti.
Pietro è un volontario e componente dell’Assemblea Generale di Lega Q5 e Spi provinciale Firenze.
GRECIA 2023
Scendono quaggiù lenti
e sono tanti
come i fiocchi di neve sulla vostra terra
non si possono contare
voi stendete la mano
per fermarne qualcuno sul palmo
ma non si possono contare.
Li vediamo scendere a braccia spalancate
con gli occhi spenti quando hanno finito
di annaspare
quando i polmoni sono pieni d’acqua.
Planano, sembrano foglie dei vostri alberi d’autunno
che vagano cullate dal vento gentile.
Noi, silenziosi e stupiti, muoviamo coda e pinne
zampe e tentacoli
per fare spazio, per lasciarli posare.
Poi arrivano quelli più piccoli
quelli che vi fanno piangere quando arrivano sulle vostre spiagge
ma che dimenticate in fretta quando
nel blu profondo
si sovrappongono a quelli arrivati prima
a volte molto prima.
Sono anni che nevica così quaggiù.
Piano piano li vediamo sciogliersi
svanire
con le loro storie, le loro speranze, il loro nome e i loro sogni
ma le nevicate non si fermano
e diventano sempre più abbondanti.
Se potessimo respirare come voi
fuggiremmo da questi luoghi di morte per raggiungere la terra
tanto che ci domandiamo
ma come fate voi umani, ogni estate, a tuffarvi
in questo mare cadavere?
Già, avete lingue molto ben articolate
per raccontarvi ogni genere di favola, ipocrisia
per accampare giustificazioni, rammarico, cordoglio, meschinità
vicinanza alle famiglie
promesse oh ne fate tante di promesse con le vostre lingue
ben articolate.
Noi siamo muti
e non valiamo niente come testimoni
Ma i vostri traffici
la vostra sete di potere
il vostro egoismo
l’accumulo dell’oro che vi ha bruciato il cervello
li conosciamo bene anche noi.
Siete il cancro di questo mondo
che, per fortuna, vedrà la vostra estinzione
e quando rinascerà
la nuova evoluzione
saprà abortire qualsiasi forma di vita
possa condurre al ritorno del genere umano.
Avete una sola possibilità
l’Amore
se sarete capaci di ritrovarlo e riconoscerlo
di rispettarlo e lasciarlo libero.
Altrimenti
l’ultimo viaggio di Ulisse
sarà un naufragio definitivo.
Pietro Contardo