Su Il Tirreno di lunedì 15 dicembre il Segretario generale dello Spi Cgil Toscana interviene sulla manovra focalizzandosi in particolar modo sulle criticità legate alle pensioni.
“Oggi non è più il reddito che determina l’aliquota contributiva, ma la situazione professionale – evidenzia Gramolati -. E lo sa qual è il risultato di tutto questo? A parità di reddito, per i pensionati l’aliquota è la più alta e pagano di più. Mi dica lei se questa non è una beffa. Tenga conto che stiamo parlando di persone che inmedia banno un reddito da pensione di mille euro al mese”.
Altro punto critico è quello della mancata o parziale rivalutazione delle pensioni. Nell’intervista il segretario dello Spi Toscana fa notare che se si sottraggono le rivalutazioni che ci sarebbero dovute essere a quelle che sono state fatte effettivamente “il saldo è di 11 miliardi che sono rimasti nelle casse dello Stato”. E la conseguenza, sottolinea Gramolati, “è che saranno proprio i pensionati a pagare le poche politiche di spesa previste nella manovra di bilancio, a cominciare dalle politiche destinate al riarmo”.
Insomma, “Non basta aver definanziato la legge sulla non autosufficienza e mantenuto a un livello ben al di sotto di quella soglia minima le risorse per la sanità pubblica – osserva Gramolati –, per i pensionati c’è pure la beffa”.
L’intervista completa si può leggere sul numero del Tirreno del 15 dicembre.









