La scuola di ieri e di oggi a confronto grazie a un progetto della Lega Lavagnini Q1 con gli studenti

La scuola di ieri e quella di oggi si mettono a confronto grazie a un progetto promosso dalla Lega Spartaco Lavagnini Q1 Firenze. Lunedì 13 novembre allo Spazio Alfieri di Firenze si è tenuto il primo di due incontri che vedono protagonisti gli studenti di alcune classi (una quinta, due quarte e una seconda) delle scuole secondarie di secondo grado fiorentine: Duca d’Aosta, Liceo classico Galileo, Istituto Santissima Annunziata e Liceo artistico di Porta Romana.

Un’iniziativa per ripercorrere gli anni che portarono, il 31 maggio 1974, al varo dei decreti delegati, e quindi alla nascita di quegli organismi democratici che regolano la partecipazione alla vita scolastica, rappresentativi delle varie componenti della scuola: insegnanti, dirigenti, studenti, famiglie.

Ad aprire e condurre la mattinata Patrizia Visconti, responsabile del progetto.

Tra la metà anni Sessanta e metà anni Settanta ci fu una fase straordinaria che vide il protagonismo di tutte le componenti scolastiche e di tutti i tipi di scuola – ha ricordato la storica Simonetta Soldani -. La scuola fu al centro del dibattito politico, sindacale, dei giornali e dell’opinione pubblica. Quello che avvenne fu un cambiamento senza riforma: la scuola cambiò, in maniera radicale. L’introduzione di un triennio uguale per tutti dopo le elementari mise insieme persone di classi sociali diverse e non alfabetizzate, portò ad un’enorme crescita del numero degli studenti delle scuole secondarie e ad una profonda trasformazione sia nel corpo degli studenti che in quello dei docenti”. Due episodi chiave furono nel 1966 il processo a La Zanzara e l’alluvione di Firenze, che richiamò nel capoluogo fiorentino tantissimi giovani “angeli del fango”. “Iniziarono ad emergere con sempre maggiore forza una serie di elementi di protagonismo dal basso che alimentarono le richieste di riforma e che rappresentarono il risveglio di un’intera generazione, la spinta verso una democrazia dell’uguaglianza che sfocerà nei decreti delegati del ‘74”.

Altre due testimonianze hanno contribuito a ripercorrere quegli anni. Lo scrittore Andrea Mazzoni ha raccontato la propria esperienza personale rispetto ai decreti delegati, in veste prima di studente del Liceo Galileo negli anni delle lotte sutudentesce, poi in quella di insegnante e anche di assessore alle politiche giovanili del Comune di Prato. Daniela Lastri, ex assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Firenze, ha portato, partendo dalla propria esperienza di studentessa del “Duca D’Aosta”, una testimonianza di genere sul ruolo delle ragazze che intrecciarono l’esperienza del movimento studentesco con quella del femminismo, con una crescita del protagonismo femminile e l’esplosione sulla scena politica di temi come la parità uomo-donna, il divorzio, l’aborto, la maternità consapevole e più in generale l’emancipazione delle donne nella società.

Nel suo appassionato intervento il magistrato e Procuratore della Repubblica Beniamino Deidda si è soffermato sul legame tra la partecipazione democratica a scuola e la nostra Costituzione. Il principale problema della scuola di oggi, per Deidda, riguarda la “trasmissione dello spirito pubblico”, veicolo necessario per la formazione civile dei giovani, che dovrebbe essere il fulcro dell’insegnamento: se questa trasmissione non avviene si interrompe il circuito virtuoso tra scuola e società. Bisognerebbe quindi inserire questo insegnamento come elemento chiave attorno a cui far ruotare il resto: altrimenti, il rischio è che la scuola “educhi dei sudditi e non dei cittadini sovrani”. I valori costituzionali che la scuola dovrebbe trasmettere e in cui l’intera comunità dovrebbe riconoscersi sono contenuti non solo nei principi fondamentali della Carta, ma sparsi in tutta l’architettura costituzionale. Quando una legge urta con la propria coscienza, occorre affermare il primato della coscienza individuale, ha detto Deidda ai ragazzi, citando un passaggio della “Lettera ai giudici” del 1965 di Lorenzo Milani: “In quanto alla loro vita di giovani sovrani domani, non posso dire ai miei ragazzi che l’unico modo d’amare la legge è d’obbedirla. Posso solo dir loro che essi dovranno tenere in tale onore le leggi degli uomini da osservarle quando sono giuste (cioè quando sono la forza del debole). Quando invece vedranno che non sono giuste (cioè quando sanzionano il sopruso del forte) essi dovranno battersi perché siano cambiate”.

Emanuele Rossi, segretario generale FLC Cgil provincia Firenze ha lanciato alcune idee su come ridare vita e vigore ad una partecipazione autenticamente democratica alla vita scolastica: dalla circolazione delle informazioni all’utilizzo dei regolamenti, dalle lettere aperte agli articoli in grado di accendere il dibattito, fino alle proteste.

Spazio quindi alle curiosità e alle domande rivolte dai ragazzi ai relatori: “Quali i principali difetti che dovrebbero migliorare nella scuola di oggi?” “Avevate in mente un percorso lavorativo che poi non siete riusciti a realizzare?” “Da quali valori che hanno animato le relazioni studenti/insegnanti dobbiamo prendere ispirazione nella scuola di oggi?”

A loro, agli studenti di oggi, passa ora il testimone del progetto, come ha ricordato concludendo l’incontro Alessandra Scaffai, la segretaria della Lega Spi Q1: “Vi aspettiamo al prossimo incontro, in aprile, quando saremo noi a ascoltare vostre riflessioni, per capire in che modo le conquiste del passato potranno aiutarvi a scoprire e raggiungere le aspirazioni del vostro futuro”.

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