Intervista a Sara Funaro. Una donna nel palazzo

(dal numero di settembre 2024 di LiberEtà Toscana)

La svolta al femminile del comune di Firenze: casa, trasporti, servizi di vicinato. «Potenzieremo l’offerta per gli anziani», spiega la neo sindaca

Sara Funaro è riuscita a battere un record che resisteva da 78 anni. È diventata il primo sindaco donna di Firenze. Chi in queste prime settimane si è recato a Palazzo Vecchio per incontrarla, si sarà sicuramente accorto della storica novità: sulle targhette che indicano il percorso che porta al suo ufficio è scritto “Sindaca”. Una “a” al posto della “o”, una vocale che ha cambiato la storia!

Appena eletta sindaca è andata a trovare due centenari. Perché?

«Da assessora avevo l’abitudine di andare a portare di persona gli auguri per i compleanni dei centenari. Ero andata anche da Vittorio e Pietro, avevano compiuto 102 anni entrambi: mi avevano fatto promettere che se fossi diventata sindaca la prima cosa da fare era di andare a trovarli. Siccome le promesse sono debiti, quella è stata la prima cosa».

Un impegno che ha preso come sindaca verso tutte le persone anziane?
«Viviamo in una città con una percentuale di popolazione anziana molta alta, più del 26 per cento sono gli over 65, con numeri altissimi di ultraottantenni e ultracentenari. Penso che all’amministrazione comunale sia richiesta un’attenzione particolare sia per le politiche di assistenza, in particolar modo in ambito sociosanitario per le persone più fragili, che per quelle attive, con la valorizzazione, la socialità e con proposte culturali mirate a questa fascia di popolazione».

Pensa a qualcosa di particolare?

«Faccio un esempio. Abbiamo i nostri centri dell’età libera che potenzieremo, anche creando scambi intergenerazionali. Penso a un rafforzamento dell’offerta culturale attraverso i musei comunali, alle tante iniziative che possono essere realizzate. Nel nostro programma di mandato sulla terza età, sono previste molteplici interventi, supporto alle famiglie compreso. Abbiamo inserito varie misure per il sostegno ai caregivers, per l’assistenza domiciliare, per risposte integrate tra sociale e sociosanitario. Ci impegneremo, nonostante il governo: per la legge nazionale sulla non autosufficienza l’esecutivo non ha messo un solo euro».

Una giunta per metà al femminile.
«La presenza femminile non è solo in giunta: la mia portavoce Francesca Padula e la direttrice generale del comune Lucia Bartoli sono donne. Scelte dettate prima di tutto dalla qualità delle persone. Sono persone che conosco, con cui ho collaborato e lavorato in questi anni. Ho guardato principalmente alla professionalità, alla competenza, alla capacità di saper giocare di squadra e lavorare in un certo modo. Criteri poi ricaduti in una rappresentanza femminile ampia».

Che può significare per Firenze?

«Già un’amministrazione con una sindaca porta, oltre a quanto previsto nel programma, a una visione di città con una sensibilità chiaramente diversa. Il mio sarà uno sguardo che pensa a una città che deve crescere sempre di più, che si deve sviluppare, ma contemporaneamente uno sguardo prettamente femminile: cura della città e dei propri cittadini e maggiore attenzione alle questioni che fanno parte della vita quotidiana».

Un grosso tema ineludibile, che non riguarda soltanto Firenze ma tutte le città d’arte, è l’overtourism, unito a quello degli affitti turistici brevi.
«Intanto, dopo la sentenza del Tar, abbiamo approvato la delibera per mettere lo stop agli affitti turistici brevi nel centro storico. Questo è sicuramente un primo punto. Poi continuerò a chiedere norme nazionali per regolamentare gli affitti turistici brevi, perché, a oggi, possiamo intervenire solo nell’area Unesco, ma il tema riguarda tutta la città, per cui sentiamo il bisogno di norme più estese».

Urgono risposte.

«Se non diamo presto una risposta, rischiamo di avere una città dove studenti, lavoratori, famiglie non riescono più a trovare una casa in affitto a prezzi sostenibili. E non parlo solo dei cittadini con fragilità economica, ma anche di cittadini e lavoratori con stipendi medi e medio-alti. Servono incentivi per affittare a lungo termine, politiche abitative incisive, ma è necessario poter contare su norme nazionali. Il fenomeno dell’overtourism e degli affitti turistici brevi influisce anche sul tessuto commerciale della città, cambia l’offerta, con il rischio di perdere definitivamente l’identità della nostra città. Ho già fatto i primi incontri con le categorie, stiamo lavorando per ampliare le norme introdotte in area Unesco, tutelando esercizi storici, l’artigianato e il commercio di vicinato. Vogliamo preservare l’identità di Firenze».

Come vede Firenze tra cinque anni?

«Da sindaca di una città che amo più di qualsiasi altra cosa, desidero che torni a essere la città degli studenti, la città dove i lavoratori riescono a vivere in maniera sostenibile e dove un ragazzo che vive con la famiglia possa avere la possibilità, quando vorrà rendersi autonomo, di uscire dalla famiglia e trovare una casa. Una città con maggiori risposte abitative e con un’attenzione particolare ai servizi per i cittadini, di prossimità, sanitari, sociali, di vicinato, dal parcheggio al mercato, alla sartoria, al calzolaio. Cose che sono parte della vita quotidiana. Vorrei anche un trasporto più sostenibile, con meno auto private e più mezzi pubblici. Per fare ciò, dobbiamo completare e integrare il trasporto tramviario con quello su gomma e incentivare trasporti alternativi».

Ricordiamo suo nonno Piero Bargellini
come sindaco della ricostruzione dopo l’alluvione. Ha un sogno nel cassetto?
«Ne ho più d’uno. Ma, credo si sia capito, sono fissata per i temi abitativi. Il mio sogno è essere ricordata come la sindaca che è riuscita a recuperare tutti gli edifici vuoti in città, trasformandoli e destinandoli all’abitare. Vorrei essere la sindaca che dà la casa ai suoi cittadini. Partendo dal presupposto che Firenze è la loro prima casa».

 

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