Il potere della musica

(dal numero di settembre 2025 di Liberetà Toscana)

L’ex presidente della Regione Toscana, appassionato musicofilo, terrà ogni mese una rubrica su LiberEtà Toscana per raccontare i grandi classici: da Liszt a Verdi, senza disdegnare Morricone

La passione musicale accompagna da sempre Claudio Martini che, assieme all’attività politica, ha maturato esperienze nella cultura, nell’educazione e, appunto, nella musica. È stato sindaco di Prato, assessore regionale alla sanità, presidente della Regione Toscana per due mandati, senatore dal 2013 al 2018. Nel frattempo, anche presidente della Fondazione orchestra regionale toscana dal 2010 al 2015, consigliere d’amministrazione del comitato sistema delle orchestre giovanili e infantili in Italia onlus. Nel 2001 ha contribuito alla nascita di Rete Toscana classica, dove ha curato per anni la rubrica mensile “La musica e
i dischi di Claudio Martini”. È stato anche sovrintendente della Scuola di musica di Fiesole nel triennio 2022-2025. Curerà dal mese prossimo una rubrica musicale su LiberEtà Toscana.

Quale musica ci farai “ascoltare”
nella prima puntata?
«Si parlerà di musica classica. Ho già controllato gli anniversari più importanti del mese: da Franz Liszt a Niccolò Paganini, da Giuseppe Verdi a Domenico Scarlatti, da Georges Bizet a Johann Strauss junior, quello dei valzer. Ne sceglierò due, su cui preparerò una breve scheda di presentazione, descrivendo l’importanza che ognuno ha avuto nella storia della musica. Segnalerò, poi, edizioni di alcuni dischi che, secondo me, meritano di essere ascoltati perché rappresentativi dell’autore. Nei primissimi giorni di novembre, ricorrono quelli di Vincenzo Bellini e di Ennio Morricone».

Morricone, anche lui un classico?
«Di Morricone si conosce la musica realizzata per i film, ma non la musica classica: quartetti, trii, sonate che meritano di essere tirati fuori».

Ma come faremo per ascoltare davvero i brani?
«La scheda verrà replicata e allargata sul sito dello Spi Cgil Toscana ed è qui che saranno previste delle clip audio».

Cosa ti proponi con questa rubrica?
«Diffondere una conoscenza della musica classica, non a livelli iperspecialistici ma per un vasto pubblico che ha delle conoscenze di base ma non è proprio dentro l’argomento, per poter avere più elementi di conoscenza. Per cominciare a distinguere i vari momenti della musica classica: il barocco, il classico, il romantico, il moderno. Mi piacerebbe dare a un
numero significativo di persone, i pensionati in questo caso, elementi per approccarsi meglio a una delle forme culturali più alte di sempre».

Quali effetti può avere la musica sulle persone?
«Genera emozioni, innanzitutto. Le emozioni aiutano ad acquisire conoscenza e consapevolezza, perché comunque la musica ti rimanda a idee e valori. La musica offre
serenità, armonia, rilassamento e, a seconda del suo contenuto, anche inquietudine, che stimola il pensiero. La musica classica produce bellezza in una connessione positiva con il mondo esterno, cosa di cui abbiamo bisogno. La musica può essere ascoltata anche da soli, ma non sarà mai un esercizio individualistico, perché mentre la ascolti, comunque, sei collegato a una concezione della vita condivisa da tanti. È un esercizio corale, collettivo: tanti musicisti che suonano insieme per produrre un’armonia fondamentale per questi tempi».

La musica può essere una medicina?

«C’è tutto un filone di ricerca, la cosiddetta musicoterapia che, in effetti, si sta sviluppando. Già oggi si mette musica classica in ginecologia, prima e dopo il parto, e comincia a diffondersi in altri reparti. È chiaro che produce un effetto benefico, calmante e rilassante. Combatte il nervosismo, lo stress. Non sono un dottore, ma credo siano cose ormai acquisite dalla scienza medica».

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