Futura umanità

Nati protetti da una incubatrice dismessa, abbandonata in un androne, accatastata come tutte le cose in attesa di venire vendute a peso. Vivi perché protetti per quel che serve, quel tanto o poco che sia che a quella latitudine è miracoloso. Stupisce e commuove la scoperta che a Pisa, sui lungarni su cui scorreva il bel corteo provocato dalle manganellate esibite contro un gruppo di studenti che avevano osato pensare di spingere la protesta per l’atroce sorte del popolo palestinese fin dentro Piazza dei Cavalieri, su quei lungarni, dicevamo, in quel negozio di bici di Carlo Papini, lavora Ibrahim Dieng (46 anni). È lui (come riporta il Corriere della Sera del 5 marzo 2024 ndr) l’angelo che ha capito, istruito, realizzato, che incubatrici abbandonate arrivassero in Senegal dove rese di nuovo funzionanti provvedessero alla vita dei piccoli che ne avessero bisogno. E via con gli aggettivi migliori: angelo, miracolo, sguardo lungo, cuore. Il cuore degli umani batte ancora. Pisa è una piccola città. È stata una città operaia. Manifatturiero e metalmeccanica racoglievano in città, nelle periferie e nel contado, la mano d’opera: Marzotto, Saint Gobain, Piaggio, Vis, Fiat, Colorificio e Pennelifico toscano. Migliaia di operai. In Viale Bonaini, nei pressi della stazione, accanto alla sede provinciale della CGIL, Papini, il babbo di Carlo, aveva un negozio in cui riparava, vendeva bici. Anche il vecchio Papini era claudicante. Come zoppo era mio padre. Si conoscevano, si stimavano e quando il Papini cessò l’attività per spostarsi sui lungarni lasciò lo spazio di viale Bonaini a mio padre che così potè riprendere la sua attività di Scuola Guida. Storie complesse di un’ economia fatta di strette di mano, di rate, di amicizia e rispetto. I Papini per noi Guelfi sono come minimo da due generazioni preziose conoscenze. Ecco perché non c’è nessuna sorpresa in questa storia che leggiamo oggi. “Ho anch’io il mio angelo custode – dice Ibrahim Dieng – Si chama Carlo Papini, un signore di grande cuore..” Proprio come pensavamo noi di suo padre e pensiamo di lui oggi.

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