Non è raro che d’estate si decida di dedicare un po’ più di tempo alla lettura. Già, ma di cosa? Qualcosa che magari alleggerisca il peso della resistenza (si potrebbe quasi scrivere con la R maiuscola…) intellettuale e culturale quasi obbligatoria in questi mesi scuretti. L’ultimo bestseller di grido, forse? Uhm… Fate voi. Le proposte che vengono formulate qui di seguito, nelle intenzioni, dovrebbero coniugare la scorrevolezza della lettura all’originalità del tema, senza banalità e senza l’assillo dell’istant book di cui discutere tra amici, come delle ultime serie televisive. In più, queste proposte hanno la caratteristica di essere unite idealmente da una prospettiva femminile, per le Autrici, le protagoniste, o per entrambe.
Si parte con “L’accarezzatrice” di Giorgia Wurth (Mondadori, 2014). Gioia, trent’anni, ha appena perso il lavoro da infermiera in ospedale (ma non erano eroi?), è stata lasciata dal fidanzato e il padre malato la preoccupa molto. Insomma, non proprio un bel periodo. I giorni passano, l’ansia cresce, niente sembra muoversi verso l’uscita del tunnel, soprattutto in ambito lavorativo, quello che dovrebbe permetterle di mettere insieme il pranzo con la cena. Finché una mattina Gioia risponde a un annuncio nel quale si richiede “un’infermiera con spiccata sensibilità” a Bellinzona. È così che conosce Rosaria, una donna malata di sclerosi multipla, che cerca per il suo amatissimo marito, anch’egli gravemente invalido, un’assistente sessuale… Comincia per Gioia, dopo l’iniziale sconcerto, la scoperta del mondo dei disabili e dei loro bisogni di cui nessuno parla mai, tra cui l’affettività fisica, che viene riconosciuta ad ogni essere umano come bisogno primario. Molte persone disabili sono private della possibilità di sperimentare il piacere fisico o semplicemente un contatto corporeo diverso da quello medicalizzato, ma nessuno sembra preoccuparsi delle conseguenze psicologiche, spesso devastanti, di questa castità non desiderata, ma “normale” per la società. In Svizzera e in diversi Paesi del Nord Europa la figura degli “assistenti sessuali”, dotati di una formazione medica e psicologica, è prevista dalla legge. Non in Italia, dove il moralismo, già diffuso in tempi passati, figuriamoci oggi, finisce per lasciare sulle spalle delle famiglie la gestione di queste esperienze, fondamentali per una vita dignitosa. Nessuno si scandalizza se qualcuno legge per i ciechi. Perché allora indignarsi se qualcuno si occupa di far sperimentare la tenerezza a una donna o ad un uomo intrappolati nel proprio corpo? Gioia decide di intraprendere la professione di “accarezzatrice” ed un incontro speciale smantellerà tutti i suoi pregiudizi. Da quel giorno, la sua vita e quella di tante persone intorno a lei cambierà per sempre. Ci si può lasciar trasportare dalla piacevolezza di questo romanzo senza grandi pretese sociologiche ma che può far riflettere: Giorgia Würth illumina, con coraggio e senza indulgere nel pruriginoso, esistenze difficili, tocca il nervo scoperto di tante nostre indifferenze, prova con originalità e un pizzico di utopia ad immaginare una società più umana. Per tutti.
Si prosegue con il delizioso romanzo di Stefano Massini “Ladies Football Club” (Mondadori, 2019). È una bella giornata d’aprile del 1917. Le operaie della Doyle & Walker Munizioni di Sheffield stanno mangiando i loro sandwich nel cortile della fabbrica durante la loro pausa pranzo. I mariti, i fratelli, i padri sono al fronte, e loro assemblano le granate, i proiettili e le bombe che riforniranno l’esercito britannico impegnato sui fronti della Prima Guerra Mondiale. Ma quel giorno, trovando un pallone abbandonato in cortile, Rosalyn, Violet, Olivia e le altre cominceranno a giocare. Piano piano ci prendono gusto, si distribuiscono i ruoli, affinano la tecnica, finché il padrone le nota e propone loro di disputare una vera partita. Sarà la prima di una lunga serie: in assenza dei campionati maschili, il calcio femminile in quegli anni avrà la sua prima stagione d’oro e conquisterà l’affetto e il seguito del pubblico. Meno gradito risulterà alle istituzioni maschili del calcio che, a guerra finita, faranno di tutto per rimettere le donne al loro posto: una partita con i campioni della selezione inglese allo Stamford Bridge, la mela avvelenata, il premio che avrebbe dovuto sancire l’umiliazione conclusiva di quell’esperienza eccezionale. Ispirandosi alla storia vera delle prime squadre di calcio femminili, Stefano Massini inventa le vite di undici donne fenomenali, ognuna con le sue idiosincrasie, i suoi sogni, le sue paure. Alternando leggerezza, ironia e commozione, travolge il lettore nella dirompente epopea del gruppo di pioniere che osò sfidare gli uomini sul terreno maschile per eccellenza: il campo da calcio.
E terminiamo con “Morgana. L’uomo ricco sono io” di Michela Murgia e Chiara Tagliaferri (Mondadori, 2021). “Una ragazza dovrebbe avere una stanza tutta per sé e una rendita di 500 sterline l’anno”. Con questa frase politicamente rivoluzionaria e di cui purtroppo la memoria collettiva ha conservato solo la prima parte, Virginia Woolf lega strettamente il discorso sull’emancipazione femminile ai soldi, presentati come la premessa stessa della libertà. Il denaro è il vero tabù da violare quando si parla di donne perché è il potere più grande, quindi per definizione è stato per anni solo degli uomini. Ma allora perché tutti continuano a consigliare alle donne, oggi come allora, di sposarsi con un uomo ricco? Perché in molte famiglie si insiste a non insegnare alle ragazze a gestire il denaro, facendo loro credere che farsi procurare da qualcun altro la sicurezza materiale sia un traguardo di vita? In queste pagine troverete imprenditrici scaltre e un po’ corsare, che tra rispettare le leggi o se stesse non hanno mai avuto dubbi, artiste carismatiche che non hanno pensato nemmeno per un momento di dover essere protette dal patrimonio dei loro partner. Vedrete politiche convinte che il miglior modo per arrivare in alto è non farsi vedere mentre si sale, e mistiche per le quali è la natura delle intenzioni, non il denaro con cui le realizzi, a segnare il confine tra ciò che è bene e ciò che è male. Vi emozionerete per campionesse sportive che per vincere tutto hanno rischiato di perdere la sola cosa che contasse davvero, e vi innamorerete di intellettuali contraddittorie che con la loro creatività hanno fatto abbastanza soldi per dichiarare una guerra (e pazienza se era quella sbagliata). Sono donne alle quali la libertà è spesso costata cara, ma che non hanno mai smesso di pensare di potersela permettere, perché volere beni propri e volere il proprio bene spesso sono la stessa cosa. In ciascuna delle loro vite – Oprah Winfrey, Nadia Comaneci, Francesca Sanna Sulis, Joanne Kathleen Rowling, Helena Rubinstein, Angela Merkel, Barbe-Nicole Ponsardin vedova Clicquot, Beyoncé Giselle Knowles più nota semplicemente come Beyoncé, Chiara Lubich e Asia Argento – risuona forte la frase fulminante e sovversiva di Cher la quale, quando sua madre le consigliò di smettere di cantare e trovarsi un uomo ricco, rispose: “Mamma, l’uomo ricco sono io”. Il bello di questi libri è che possono essere goduti tutti d’un fiato da chiunque, uomini compresi! E un abbraccio infinito a Michela Murgia.
L’autore è Responsabile del Progetto SPI CGIL Pistoia “C’è un libro per te”