Dal noir alla cultura caucasica, i consigli di @librichegirano

Non c’è una stagione migliore per leggere, ogni momento è quello buono, ma è vero che l’estate aiuta a trovare spazi di relax da dedicare a questa attività, che come diceva Umberto Eco ci permette di vivere mille vite in una. Quindi cosa mettere sul comodino o nella borsa da spiaggia?

OssigenoPer amanti della notte e dell’oscurità, per i temperamenti ombrosi, un noir italiano di un autore toscano: “Ossigeno” di Sasha Naspini (ediz. e/o). Una lettura cupa, dove la cosa che sembra mancare proprio di più è l’ossigeno del titolo. Si parla di una storia terribile: uno stimato professore, un mostro, che ha sequestrato per lungo tempo, torturato, ucciso e occultato un numero imprecisato di bambine. Di lui sappiamo poco, pochissimo: la storia è in realtà quella di Laura, ritrovata viva dopo 14 anni nelle mani del mostro, del figlio del mostro, di altre persone che con loro due hanno a che fare. Il messaggio del romanzo è potente: “chi ha rinchiuso chi?”.

la figlia unicaPer le anime pure, per chi ha voglia di sentimenti veri e di relazioni oneste, “La figlia unica” di Guadalupe Nettel (Ediz. La nuova Frontiera).
Un piccolo pacato romanzo che finalmente descrive tante maternità, nessuna delle quali aderisce al racconto sociale che ci imprigiona da sempre, tutte. Cinque donne, due figl*, innumerevoli madri: Laura, voce narrante, è la cerniera fra i personaggi, essendo al contempo figlia, amica, non-madre. Le parole dell’autrice sono dense e piene di concretezza: un modo vincente di raccontare temi complessi come la cura, la disabilità, la morte, l’accettazione e la rabbia, la solitudine e il disagio mentale, il lutto e il rifiuto.
Il Messico fa da sfondo, appena tratteggiato ma molto presente, nelle atmosfere cittadine, nei collettivi femministi, nelle forti contrapposizioni tra ricchezza e povertà.

Mesopotamia 2E infine, per chi vuole capire di più e meglio la cultura caucasica, che ci raccontiamo spesso solo come teatro di guerre, ecco “Mesopotamia” di Serhij Žadan (Ediz . Voland) lettura divertente e rock, malinconica e piena di amore.L’autore ha una rockband, ama i Depeche Mode, vive in Ucraina, paese in guerra praticamente dal 2014, ha vinto un sacco di premi internazionali ed è famosissimo nel suo paese e all’estero. È considerato uno dei massimi autori ucraini viventi: a 49 anni non ci sembra poca cosa. Mesopotamia è la terra fra due fiumi in cui si trova Kharkiv, ambientazione dei nove racconti che compongono il romanzo. Nove storie passionali e sconclusionate, ironiche e malinconiche, legate dalla città che le ospita (che è molto di più di una mera cornice) e dal ricorrere dei personaggi. Nel mondo di Žadan non c’è speranza ma c’è amore, e se l’amore esiste solo nel dolore, non manca l’ironia e la voglia di vita.
Le donne sono forti, predatrici, sempre più determinate e dritte degli uomini, spesso ridicoli e malati di machismo. Sono donne “tenere e indomite”, come recita la citazione posta in esergo. Un libro che vale la pena leggere, perché non tutto viene da Occidente.

Buona estate da @librichegirano

 

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