Ci ha lasciato Bruna Pinasco, moglie di Sergio Staino. Il saluto di Paolo Hendel

È scomparsa all’età di 74 anni Bruna Pinasco, moglie di Sergio Staino, la “Bibi” delle sue celebri vignette.

Lo SPI Toscana esprime cordoglio e profonda vicinanza ai figli Ilaria e Michele.

La camera ardente sarà allestita nei locali del Castello dell’Acciaiolo di Scandicci mercoledì 26 novembre dalle 13 alle 20.

Il saluto di Paolo Hendel

Bruna Bibi Pinasco
Bruna Pinasco, ovvero Bibi, meravigliosa compagna di una vita di Sergio Staino e del suo alter ego Bobo, se n’è andata alle 9,40 della mattina di martedì 25 novembre 2025. Se n’è andata due anni dopo Sergio. Era ricoverata in ospedale da sabato 22 novembre. Lo stato dei suoi polmoni non le permetteva più di respirare autonomamente. Due giorni sotto morfina, se n’è andata senza accorgersene e senza soffrire.
Finché c’era Sergio accanto a lei, l’amore ha tenuto miracolosamente a bada la terribile malattia che le covava dentro. Una volta che Sergio se n’è andato la malattia è esplosa in tutta la sua forza.
Bruna è stata per anni una presenza preziosa accanto a Sergio. Senza di lei lui non ce l’avrebbe fatta. Sempre piena di buoni consigli, sempre a disposizione, anima dei tanti bellissimi momenti di incontro, di abbracci, di risate dei tanti amici suoi e di Sergio. Bruna, occhi di Sergio che ci vedeva sempre meno.
La famiglia Staino ogni giorno si fermava aspettando col fiato sospeso che lui partorisse la vignetta quotidiana per L’Unità. Finché non ne veniva a capo non si poteva occuparsi di altro, né programmare qualcosa per la serata. Una volta partorita la vignetta Sergio la sottoponeva all’attenzione di Bruna e se lei non l’approvava accogliendola con una bella risata, erano dolori e a Sergio non restava che rimettersi al lavoro…
A un certo punto della sua vita, su proposta di Margherita Hack, Sergio ha accettato di diventare presidente dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti. “L’ho fatto per affermare la laicità dello Stato,” ha detto “non certo per partecipare a forme di proselitismo ateo”. Personalmente lo avevo sconsigliato. Addirittura presidente, Sergio! Metti che lassù ci sia davvero qualcuno e che se la leghi al dito, io non lo andrei a stuzzicare… Purtroppo non mi ha dato retta.
Certo, dai e dai viene voglia di arrendersi, di alzare gli occhi al cielo e finalmente credere nell’esistenza di Dio. L’idea che adesso Bruna e Sergio siano di nuovo insieme da qualche parte lassù, abbracciati e sorridenti, a guardarci e a vegliare su di noi, è troppo bella per rinunciarvi!
Sergio e Bruna si sono conosciuti all’inizio degli anni ‘70. Lui dirigente del Partito Comunista d’Italia Marxista Leninista Linea Nera (c’era anche la Linea Rossa, in quei tempi ormai lontani), il partito ufficialmente riconosciuto dalla Cina di Mao Zedong, o meglio di Mao Tse Tung, come si scriveva allora, nei tempi del Libretto Rosso in cui in tanti abbiamo creduto come fosse il Vangelo. Anzi di più. Lei, arrivata dal Perù e iscritta alla facoltà di pedagogia di Firenze, politicamente attiva nel gruppo degli studenti latinoamericani che era in stretti rapporti con l’Associazione Italia Cina. Tra i due scocca la scintilla dell’amore, ma c’è un problema: sia Sergio che Bruna erano regolarmente sposati. Scatta immediatamente la severa condanna del Partito Marxista Leninista. Sergio verrà subito a suo modo scomunicato, degradato a militante semplice e mandato in esilio, perché di questo si trattò, a Empoli. Non gli andò poi così male… Aveva il suo lavoro di insegnante che lo impegnava, e la storia d’amore tra lui e Bruna andò avanti a gonfie vele, alla faccia di tutti. Presto, a coronare la loro bella storia, nacquero Ilaria e Michele.
Ho sempre invidiato Bruna e Sergio per la loro bella e numerosa famiglia, per i tanti amici, per le belle cene a casa loro. Senza di loro se ne va una fetta importante della nostra vita, di noi sessanta-ottantenni che abbiamo avuto la fortuna di conoscerli e di essere loro amici. Speravo che il Padreterno avesse deciso di lasciarci Bruna per diversi anni ancora ma mi sbagliavo. Ci siamo distratti un attimo e con un colpo di mano ci è stata portata via anche lei. Ora sarà più dura, ma ci sono i figli Ilaria e Michele, i rispettivi consorti Darìo e Sara, i nipotini Sofia, Lola e il piccolo Adriano, e non è poco. E ci sono ancora i tanti amici e le tante amiche. Stringiamoci gli uni agli altri, stringiamoci non a coorte, che non siam pronti alla morte. Tutt’altro. Siam pronti alla vita, finché ce n’è.

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