(dal numero di giugno 2025 di LiberEtà Toscana)
Nel nostro paese sono sempre di più i centenari. In Toscana sono raddoppiati nel giro di quindici anni. Alcuni sono ancora in forma, altri meno, ma quasi sempre sono circondati
dall’affetto dei cari e di chi si prende cura di loro. Qual è il segreto di una vita così lunga? Il lavoro, risponde una di loro. E c’è anche chi a cent’anni ha rinnovato la patente
È seduta nella sua carrozzina, le braccia appoggiate sulle gambe ma conserva una vitalità invidiabile. Il 9 febbraio scorso ha compiuto 101 anni. Quando varcò il traguardo dei cento i figli Ernesto e Roberto, ultrasettantenni, vollero celebrare quel giorno radunando anche i parenti. Fu una festa molto bella. Dina Ceccherini, anche se l’udito traballa, si affida all’ascolto – al raro dono di saper ascoltare gli altri – e se qualcuno le ricorda un momento del passato lei si commuove subito. Non ha perduto il sorriso dolce, buono e contagioso che ha sempre avuto. È una donna forte, cresciuta nella povertà in Casentino, abituata a lottare per andare avanti. Vive ancora nella sua casa, a Sesto Fiorentino, condivisa per decenni con Pietro, il marito, ex partigiano, assistita giorno e notte da badante e figli: è anche il
loro amore che alimenta la sua voglia di vivere. Alla festa dei cent’anni i nipoti a turno le si avvicinano. «Zia, sono…». Lei si emoziona: «Ohhhh» dice ripetendo, con la voce rotta dal pianto, il nome del nipote. «Ha una memoria straordinaria – racconta il figlio Ernesto –, rievoca particolari di decenni fa come se li avesse vissuti il giorno prima».
Sono sempre di più i centenari. In Italia, al 1° gennaio 2024 (dati Istat), erano 22.552: tra loro 21 avevano superato i 110 anni. Le donne sono l’81 per cento. Tra il 2009 e il 2024 ben 8.521 persone hanno superato i 105 anni di età. La Toscana è la quinta regione in Italia per numero di centenari in rapporto alla popolazione residente e i centenari toscani, negli ultimi quindici anni, sono raddoppiati passando da 854 a 1.722. In dieci anni i centenari in Italia sono aumentati di oltre il 30 per cento e la crescita continua. Alcuni arrivano al traguardo lucidi come Dina e vivaci come Oriano Del Seppia, di Lari (Pisa), residente a Livorno dove vive insieme alla moglie Lilia, di tre anni più giovane. Oriano coltiva l’orto di casa e ha rinnovato la patente di guida da poco. O come Clara Arzilla
che a cento anni continua ad andare nel suo negozio di tovaglie ricamate, abiti per bambini e pizzi, in via Por Santa Maria, a due passi dal Ponte Vecchio, dove ha servito divi del cinema e dello spettacolo. «Il segreto di una lunga vita è il lavoro» risponde a chi glielo chiede. Altri, purtroppo, ci arrivano malandati, soli, in compagnia di una panchina, abbandonati allo scorrere del tempo, un tempo che sembra quasi infinito. Molti sono affiancati da una badante, altri vengono assistiti nelle case di riposo. Come accade alle 55 ospiti del pio istituto Sant’Anna, sulle colline alle porte di Firenze, nato nel 1951 per volontà dell’arcivescovo di Firenze, il cardinale Elia Dalla Costa. La casa di riposo vanta un piccolo record, ospita sei centenarie. «Erano sette un anno fa, poi purtroppo Vera è morta. In settant’anni non ci era mai capitato: avevamo una, al massimo due centenarie» dice madre Raffaella, direttrice dell’istituto. Quando se n’è andata Vera era la più anziana, aveva 107 anni. Una foto al muro la ritrae con le altre.
Sono le 10 del 1° maggio e molte di loro sono radunate nel grande giardino della casa di riposo, all’ombra degli alberi. C’è un’atmosfera di grande serenità, molte sono in carrozzina. Suor Noemi, gentile, sorridente, fa l’animatrice: «Forza Pierina, un verbo che comincia con la lettera S». E via con le altre. Pierina Fioravanti, di San Piero a Sieve, faceva la maestra elementare, per festeggiare i cento anni vennero a trovarla anche i suoi ex allievi, i ragazzi della classe quinta A. Le portarono una foto di gruppo e parole di auguri. «Chi è questa? Sono io» risponde Pierina indicandosi nella foto: giovane e bella in mezzo ai suoi allievi. Vicino a lei c’è Luigia, dal Friuli, terra dura e di poche parole. Anche Luigia Fratta ha varcato i cento. «Ho lavorato nei campi e in casa» dice a bassa voce, uno scialle di lana sulle spalle. «Per tanti anni ha fatto la filandiera» aggiunge sua figlia Soraia. «Sì, lavoravo la seta». Al gruppo si aggiunge Ada Gumiero, il figlio Massimo la spinge con la carrozzina: ha compiuto cento anni a metà marzo di quest’anno. A completare la squadra ci sono poi Adina Ferrari, la più anziana, 104 anni, faceva la stenografa, Marina Ciani 103, lavorava come sarta, Lina
Battiati di Palermo, da poco sopra i cento. «Viviamo con loro 24 ore su 24 – dice madre Raffaella – facciamo sentire loro il calore, il senso di comunità, l’amore. Questa è la loro
casa». Il 28 aprile scorso è morta Gabriella e le ospiti della casa di riposo le hanno dedicato una lettera. «Cara Gabriella, ti confessiamo che pure noi abbiamo provato un po’ di paura di fronte a questo gran mistero che è la morte. La morte ci spaventa ma crediamo che essa sia un ponte che conduce verso una vita piena che non avrà mai fine… Per questo abbiamo fiducia che ora tu stia bene, ricordati di noi nelle tue preghiere, abbiamo fede di rivederci un giorno. Salutaci papa Francesco! Le tue amiche». E a seguire le firme.