Beni confiscati alla mafie: una proposta concreta

“Cosa ne facciamo di tutti i beni confiscati alle mafie che ancora oggi non sono stati
assegnati? In Toscana abbiamo 617 beni immobili di cui 420 non ancora assegnati. La
nostra provincia ha il primato del numero dei Comuni che hanno sul loro territorio beni
confiscati ed è seconda solo a Siena per numero dei beni: 84 di cui 38 non assegnati:
appartamenti, negozi, terreni, fattorie, alberghi e pensioni”.

È quanto affermano Andrea Brachi, segretario generale SPI CGIL Pistoia e Alessandra Pastore, responsabile provinciale Libera.

“A tale proposito avanziamo una proposta – proseguono i rappresentanti sindacali –: gli alberghi, le pensioni o gli appartamenti potrebbero costituire una preziosa occasione per dare una risposta concreta alla ricerca di alloggio da parte degli studenti universitari. Dalle proteste degli ultimi mesi che hanno animato i nostri atenei è emerso con forza il problema di trovare appartamenti a prezzi abbordabili, laddove – soprattutto nelle grandi città – le dinamiche dei prezzi sono molto spesso condizionate da mere logiche di profitto e dal mercato degli affitti brevi gestito dalle grandi piattaforme. Perché, viste le difficoltà che i nostri ragazzi trovano per i costi proibitivi, non ipotizzare l’utilizzo di tali edifici per garantirne il diritto allo studio? Da Pistoia a Firenze occorrono poco più di trenta minuti di treno (se sono in orario); poco di più da Montecatini Terme. Fra l’altro si potrebbe ipotizzare di dare in gestione questi immobili a Cooperative sociali così da creare buon lavoro e dare una risposta concreta anche in termini di occupazione. Si tratta di un terreno non facile ma proprio per questo occorre maggiore attenzione da parte di tutti, occorre un impegno costante, una stretta collaborazione fra Prefettura, Enti locali e Società Civile affinché questo patrimonio sottratto alle mafie sia restituito alla collettività e utilizzato per il bene comune”.

“Invitiamo gli Enti Locali, la Regione Toscana, la Prefettura insieme a tutte le
associazioni di volontariato, alle Cooperative del Terzo settore – concludono Brachi e Pastore – a sostenere insieme a noi questa battaglia per arrivare a formalizzare all’Agenzia nazionale la proposta di utilizzare parte di questi immobili per rispondere ai bisogni di alloggio a prezzi agevolati degli studenti universitari”.

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