Attualità del Pensiero di Luciano Lama: il convegno di Arezzo

La famiglia Lama è tornata ad Arezzo. È una storia lunga quella che la lega a questa terra. Il 7 aprile 1944 il giovane Lelio, fratello del futuro segretario della Cgil, fu fucilato davanti al cancello del cimitero di Stia insieme ad altri 16 partigiani. Faceva parte dell’ottava brigata Garibaldi e fu seppellito in una fossa comune. Alla fine della guerra, il padre Domenico, capostazione, ebbe la notizia. Salì in bicicletta e il suo viaggio dal forlivese al Casentino non fu segnato solo dalle salite e dalla fatica ma anche dalla speranza che quei resti non fossero di Lelio. Non fu così. “Lo riconobbe dalla scarpe”, ricorda la figlia Rossella.

Partigiano anche lui, Luciano Lama iniziò il suo percorso in Cgil. Da Forlì a Roma dove fu Segretario nazionale dal 1970 al 1986. In quegli anni la provincia di Arezzo continuò ad essere un suo punto di riferimento. La partecipazione alle iniziative della Cgil provinciale ma anche un 8 marzo, quello del 1980, con le donne della Lebole. Arezzo gli aveva già dedicato le Camere del lavoro di Stia e Pieve Santo Stefano e, il 9 giugno, anche quella di Arezzo. Non solo: il convegno sull’attualità del suo pensiero è stato anche il momento che ha visto la formalizzazione del gemellaggio tra le Cgil di Arezzo, Forlì e Cesena. E oggi una targa all’ingresso della sede aretina ricorda il legame tra questa città e il dirigente della Cgil.

All’iniziativa del 9 giugno, coordinata da Pietro Ruffolo dello Spi, hanno partecipato le figlie Rossella e Claudia, la nipote Laura e altri familiari. Con loro, le Segretarie provinciali di Forlì, Maria Giorgini e di Cesena, Silla Bucci. Insieme al senatore Pd, Walter Verini, ai segretari aretini di Cgil e Spi, Alessandro Tracchi e Giancarlo Gambineri, hanno sottolineato il lasciato culturale, sindacale e politico di Luciano Lama.

“Mio padre – ha affermato Rossella – era un uomo di pace e non voleva la guerra ma oggi non abbandonerebbe il popolo ucraino al suo destino”. Verini ha sottolineato la modernità del pensiero di Lama: “fu con Guido Rossa e contro la Brigate Rosse, non esitò ad esternare il suo dissenso a proposito del referendum sulla scala mobile, tentò di evitare non solo le divisioni interne alla Cgil ma anche quelle con Cisl e Uil. I suoi valori di riferimento furono l’antifascismo, l’idea di una sinistra di governo, la visione di un movimento sindacale unito e capace di dialogare con la parte migliore dell’impresa italiana nella convinzione che  lo sviluppo si lega alla redistribuzione della ricchezza”.

Giancarlo Gambineri ha sottolineato come Luciano Lama “sia stato il primo vero riformista nella Cgil, capace di non perdere le radici e di guardare al futuro”. Concetto ribadito da Alessandro Tracchi: “il suo lascito è stato un sindacalismo progressista all’altezza delle nuove sfide. Non si è limitato a leggere libri ma ne ha scritto uno nuovo nella lunga storia della Cgil”.

Gabriella Salvietti, ex operaia Lebole ha ricordato l’8 marzo 1980 in fabbrica con Lama e Marisa Grilli, segretaria regionale Spi, ha annunciato le iniziative di solidarietà con l’Emilia Romagna dopo gli eventi alluvionali. Una situazione drammatica che è stata descritta da Maria Giorgini: “il valore dell’unità è fondamentale. Quando spalavamo nel fango, nessuno chiedeva a quale partito appartenesse chi lavorava accanto a lui. Il disastro che ha fatto seguito all’alluvione ha visto la Cgil, e non solo quella dell’Emila Romagna, coprotagonista di un eccezionale sforzo di unità e solidarietà che anche Luciano Lama, nella storia della Cgil, ha contribuito a rendere centrale”.

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Luciano Lama

Luciano Lama era nato nel 1921 in provincia di Forlì e dopo l’esperienza partigiana, diventò a 23 anni Segretario della Cgil di Forlì. Da quel momento un lungo percorso all’interno della maggiore confederazione sindacale di cui fu Segretario nazionale dal 1970 al 1986, dopo essere stato ai vertici dei chimici e del metalmeccanici, nonché nella Segretaria nazionale. Dal sindacalismo alla politica: vice Presidente del Senato dal 1987 al 1994. Per lui si trattò di un ritorno in Parlamento: era stato infatti eletto, prima dell’incompatibilità con gli incarichi politici stabilita dalla Cgil, deputato Pci dal 1958 al 1969. Luciano Lama morì a Roma, dopo una lunga malattia, nel 1996

Locandina convegno 9 giugno

Arezzo Lama

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