Si è tenuta il 9 maggio a Scandicci la giornata conclusiva della due giorni “La guerra è finita. Riflessioni in un mondo in conflitto”, organizzata da Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea e SPI CGIL Toscana con il patrocinio della Regione Toscana, del Comune di Firenze e del Comune di Scandicci e con il contributo di Unicoop Firenze.
Ad aprire il lavori il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, che ha parlato della fine della seconda guerra mondiale come dell’apertura a una speranza che attraverso la pace consentisse la ricostruzione. Una ricostruzione che avvenne con una partecipazione popolare, uno spirito che coinvolse l’Italia, l’Europa e la rese protagonista poi anche negli anni ’60.
La sindaca di Scandicci Claudia Sereni ha evidenziato l’importanza di riflettere in maniera corale su questa data, sia per un dovere di conoscenza della storia, sia perchè ci troviamo in una condizione in cui quell’equilibrio raggiunto ottant’anni fa si sta sgretolando sotto i nostri occhi e sotto i nostri piedi. Siamo anche felici, ha detto, che Scandicci possa ospitare questa manifestazione in sorellanza con Firenze, perché Scandicci è una città antifascista.
“In tutto il mondo occidentale si celebra l’ottantesimo della fine della seconda guerra mondiale, però in molte parti del mondo sfilano le armate – ha affermato nel suo intervento il segretario generale dello Spi Cgil Toscana Alessio Gramolati – Qui sfilano le coscienze. La nostra forza più grande per la pace sono le persone, le comunità, l’opinione pubblica. Dobbiamo valorizzare l’ottantesimo anniversario di questo evento facendo sfilare le menti, l’intelligenza, la capacità delle persone di guardare al futuro con un sentimento di speranza, cosa che in questo momento sembra in qualche misura venire meno”.
La storica Simonetta Soldani (Università di Firenze) ha parlato dell’Italia della primavera del ’45:”la guerra era finita, ma il paese era a pezzi – ha detto – Pochi avrebbero scommesso sul fatto che in una decina d’anni si riuscisse non solo a ricostruire il Paese e ad avviare nuove prospettive i sviluppi, ma a fare dell’Italia un promotore delle prime norme e istitutzioni dei una Europa democratica e solidale”.
Riccardo Saccenti (Università di Bergamo) ha ricostruito il processo dopo la fine della guerra di costruzione dell’Europa come soggetto politico.
Il giornalista e scrittore Alberto Negri (in collegamento), ha sostenuto che il conflitto in Ucraina è “chiaramente coloniale”, così come quello che oppone israeliani e palestinesi, “si tratta di portare via territori ad altri e di fronte a questa logica gli europei non sono stati abbastanza bravi ad opporsi”.
Luciano Bardi (Università di Pisa) ha approfondito integrazione e difesa europea.
“Senza memoria non c’è futuro – ha affermato l’abate di San Miniato al Monte Dom Bernardo Gianni – Senza ricordare non c’è apertura al domani. È un’iniziativa che apre il nostro presente alla possibilità di qualificarsi possibilmente sempre di più con la cultura della pace”.
“Noi siamo parte di questa storia perché il Comitato di liberazione nazionale all’indomani della liberazione dette un’indicazione precisa ai partigiani – ha detto il responsabile delle relazioni esterne di Unicoop Firenze Claudio Vanni – ovvero quella di costruire tre realtà che si sarebbero occupate di diritti, di cibo e di associazionismo, e in tutti i Paesi piccoli e grandi nacquero tre cose: la Camera del lavoro, lo spaccio cooperativo e la Casa di popolo”
Le studentesse Silvia Farina e Allegra Mancini hanno presentato il video “Costruttori e costruttrici di pace” della Classe VC del Liceo S.S. Annunziata di Firenze. L’iniziativa si è conclusa con lo spettacolo “Dalla finestra del Casone” con l’attrice Daniela Morozzi e la cantautrice Letizia Fuochi, con testi di Roberto Bianchi (Università di Firenze).
“A tanti anni dalla fine della guerra è importante trasmettere i valori di quella lotta di liberazione e l’importanza della fine del conflitto, che per l’Europa e per il nostro Paese è stata fortunatamente l’opportunità di una grande rinascita civile, sociale e morale – ha affermato Tania Scacchetti Segretaria Generale SPI CGIL Nazionale nelle sue conclusioni- Questa memoria ci deve aiutare soprattutto in tempi difficili come quelli dell’oggi, in cui purtroppo la guerra e i conflitti stanno tornando ad essere lo strumento di risoluzione delle controversie. E lo facciamo per affermare invece un principio diverso, che è quello della pace, della convivenza fra popoli, del multilateralismo e della necessità che tornino a parlare con forza la politica e la diplomazia”.