Vincenzo Mazzeo con “Radici”, andata e ritorno è il vincitore della 22esima edizione del Premio LiberEtà. Tra i tre finalisti anche Domenico Aleotti con “L’azzurro rubato”
La cerimonia di premiazione si è svolta stamattina in occasione dell’Assemblea generale dello Spi Cgil, in diretta streaming sui canali social di Spi Cgil Nazionale e di LiberEtà. A condurre il momento della premiazione, dopo un’introduzione dell’amministratrice delegata di LiberEtà Miriam Broglia, la giornalista di collettiva.it Martina Noti insieme al segretario generale di Spi Cgil Nazionale Ivan Pedretti.
Vincenzo Mazzeo con Radici, andata e ritorno è il vincitore del Primo premio della 22esima edizione Premio LiberEtà – il concorso letterario organizzato in collaborazione con l’Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano che valorizza storie autobiografiche, diari e testimonianze.
Il primo premio dà diritto alla pubblicazione dell’opera.
Nato in Cilento e vissuto in Venezuela e poi a Milano, oggi Vincenzo Mazzeo vive in Lunigiana ed è volontario dello Spi Cgil.
Nella motivazione con cui è stato assegnato il riconoscimento si sottolinea come l’opera di Mazzeo si riveli capace di raccontare “le tante vite che possono scandire il corso della storia di ognuno di noi” e di mostrare che “le nostre radici possono mescolarsi e così arricchirsi di nuovi valori, conoscenze, curiosità e affetti”. Pagine “ispirate dalla memoria del cuore, che rivelano un vero talento letterario”.
“Qui dentro non c’è solo la mia storia ma quella di tantissime persone – ha detto Mazzeo, presente in collegamento e visibilmente commosso dopo aver ricevuto a casa il libro appena pubblicato -. Valori e radici ci permettono, anche nei piccoli borghi, di mantenere cultura e radicamento sul territorio e di continuare a dare il nostro contributo. Da questo momento difficile dobbiamo uscire insieme: noi che abbiamo una certa età e le nuove generazioni”. Mazzeo ha anche ringraziato lo Spi Cgil, sottolineando il ruolo delle leghe territoriali: “Per me è stato importante – ha detto – trovare persone che mi hanno permesso di essere accolto con cultura e umanità su questo territorio”.
Sarà possibile acquistare Radici, andata e ritorno sul sito di LiberEtà.
I riconoscimenti alla Toscana continuano con Domenico Aleotti, autore del racconto L’azzurro rubato, tra i tre finalisti del premio.
Nato a Genova, Aleotti ha lavorato per una vita come sceneggiatore cinematografico anche per la grande casa di produzione Gaumont guidata da Renzo Rossellini ed ha partecipato alla fondazione di Radio Città Futura negli anni Settanta. Ha lavorato anche con Dario Fo e Franca Rame. Da trentacinque anni vive in Maremma. Scrittore e giornalista (collabora con il Tirreno), è iscritto allo Spi Cgil.
L’azzurro rubato è la storia di un fotografo di moda che cattura tutto l’universo rubando uno sguardo e decide di realizzare un servizio fotografico sulla Maremma ma viene colpito dagli occhi azzurri di un vecchio della zona.
In diretta streaming Aleotti ha ripercorso così l’episodio che ha ispirato il suo racconto, che ora sarà pubblicato a puntate sul sito LiberEtà: “Ebbi occasione di conoscere un minatore che mi fece vedere tutti i minerali che aveva raccolto, mi colpì il modo in cui toccava con le mani quelle pietre, simbolo del sudore di decenni di duro lavoro e questa immagine mi rimase impressa nella memoria. Quando seppi che era scomparso, decisi di dedicare a questo un racconto”.
Nel corso della mattinata sono stati assegnati anche i premio relativi ad altri due concorsi: il Premio Spi Stories, giunto all’ottava edizione e il Premio Guido Rossa, nato quest’anno con l’obiettivo di raccogliere storie ambientate a cavallo degli anni Sessanta-Settanta per tracciare il profilo di una memoria collettiva narrata dai testimoni diretti.