La sfida della conoscenza

L’enciclopedia on line rappresenta per molti il web delle origini, basato su un’informazione “orizzontale” e collaborativa. Ma riveste un ruolo nuovo e inatteso, anche oggi, nello sviluppo dell’intelligenza artificiale

Nel web dominato dalle grandi piattaforme, dove perfino i social network non sono più solo reti di persone che producono conoscenza reciproca ma agglomerati economici, Wikipedia, la piattaforma che più ha incarnato l’attitudine collaborativa e “orizzontale” sognata dai pionieri della rete, svolge oggi un ruolo cruciale nello sviluppo dell’intelligenza artificiale. Ci facciamo guidare in questa apparente contraddizione da Lorenzo Losa, presidente di Wikimedia Italia, ospite a ottobre dei Suvignano days – la due giorni dedicata alla legalità digitale e alla criminalità organizzata contemporanea promossa da Spi Cgil in collaborazione con Libera, Arci Toscana, Comune di Monteroni d’Arbia e il patrocinio dei Comuni di Murlo e Buonconvento. Wikimedia è l’organizzazione che fornisce l’infrastruttura dell’enciclopedia, gestisce i server, raccoglie i fondi per far funzionare questo importante progetto, supporta i volontari.

Wikipedia incarna per molti la rete
degli inizi. Vi sentite a vostro agio nel web dominato dalle grandi piattaforme?
«Sì, è vero, Wikipedia rispecchia ancora oggi molti di quei valori e di quei princìpi, mantenendo fede alle promesse dei fondatori: un’informazione accessibile, ma anche spazi collaborativi che permettono una comunicazione non più strutturata dall’alto verso il basso, ma orizzontale. In tal senso Wikipedia è stata tra le piattaforme di maggiore successo. È vero che le cose sono cambiate: ci siamo allontanati dal modello di decentralizzazione e abbiamo un ritorno delle grandi piattaforme che forniscono contenuti. Anche se guardiamo all’interno dei social network che promettevano di essere delle reti di persone, sono strutture molto centralizzate dal punto di vista dell’organizzazione e della gestione
dei contenuti, in cui la comunicazione è condizionata da algoritmi e dove è facile cadere nella dinsinformazione. È anche cambiato il modo in cui le persone cercano, accedono o
vogliono i contenuti. E questo rappresenta una sfida per noi che cerchiamo di affrontare con gli stessi princìpi di sempre le nuove tecnologie e i nuovi approcci alla rete».

Com’è cambiato il vostro lavoro rispetto
a vent’anni fa?
«Io ho iniziato a scrivere su Wikipedia, nel 2004, quando la piattaforma non era ancora così popolare. Allora era un progetto molto piccolo, capace di raggiungere uno scarso pubblico e in cui le voci coperte erano poche, per cui un contributore poteva iniziare da cose molto semplici. Oggi Wikipedia assomiglia a un “bene pubblico” che affronta un cambiamento epocale, dovuto al fatto che è sempre più alla base della conoscenza attuale. L’intelligenza artificiale e i cosiddetti large language model (modelli linguistici di grandi dimensioni) vengono addestrati su Wikipedia per mantenere un collegamento con la realtà, grazie al fatto che la nostra enciclopedia è fatta di contenuti sicuramente realizzati da umani, e verificati».

L’intelligenza artificiale si pone però anche in concorrenza.
«È una situazione in cui vinciamo e rischiamo nello stesso tempo. Da un lato, accade quello che abbiamo sempre cercato: rendere la conoscenza e l’informazione accessibile a tutti. Ma nel momento in cui c’è un’intermediazione dell’intelligenza artificiale, vuol dire che ci saranno meno visibilità e meno persone che accedono a Wikipedia e quindi meno volontari che possano non solo fruire della conoscenza, ma costruirla, che è la seconda parte della nostra missione dopo quella di rendere disponibili informazioni per tutti. La sfida ora è non limitare l’accesso alla nostra piattaforma, rimanendo nel tempo sostenibili».

(dal numero di dicembre 2025 di Liberetà Toscana)

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