COMUNICATO STAMPA
Di nuovo siamo alla disputa fra i gestori delle RSA e la Regione Toscana in
merito all’adeguamento delle quote sanitarie che vanno a coprire parte dei costi
relativi al ricovero dei pazienti in queste strutture. Non è la prima volta che
succede e come al solito si paventa un aumento a carico dei pazienti e delle loro
famiglie, questa volta addirittura di 300 euro al mese.
Il paventato aumento è dovuto sia all’aumento dei costi di gestione che al
rinnovo (sacrosanto) dei Contratti Nazionali dei dipendenti che operano in queste
strutture. Vogliamo sommessamente ricordare che i Contratti Nazionali di Lavoro
sono la garanzia non solo di risposte economiche per i dipendenti ma anche per
la loro formazione che ovviamente ha ricadute positive sulla qualità del lavoro
svolto e la sicurezza dei pazienti.
Ci rendiamo conto che queste strutture vivono momenti non facili, legati
all’aumento dei costi energetici e dell’inflazione, ma non è accettabile che questi
ricadano sugli utenti e sulle famiglie che già impegnano risorse importanti
nell’assistenza dei loro cari, spesso con grandi sacrifici.
Con questo aumento, non sostenibile, si avrà la conseguenza che molti
pazienti non potranno più essere ricoverati nelle RSA mettendo a rischio la loro
salute (nella Provincia di Pistoia gli ospiti ricoverati in queste strutture sono circa
800).
Qui si tratta di continuare a erogare un’assistenza sociosanitaria adeguata,
sono uomini e donne che hanno il diritto di essere accompagnati in maniera
adeguata negli ultimi anni delle loro vita, senza avere patemi d’animo, senza
eccessivi o insostenibili problemi economici. Qui è in gioco il rispetto della
persona umana. Nessuno può o deve scaricare sugli ospiti e sulle famiglie difficoltà
o inefficienze di gestione.
Andrea Brachi, segretario generale SPI CGIL Pistoia