Coronavirus, no della Regione ai test sierologici dei privati

Rossi: “Faremo il test sierologico secondo un ordine di priorità che in futuro potrà anche allargarsi.”

Test sierologici rapidi a chi appartiene alle categorie con maggior rischio espositivo (personale sanitario, socio-assistenziale, volontariato e altre categorie) anche in ragione della tutela della salute pubblica. O, su richiesta del medico o pediatra di famiglia ai singoli cittadini che manifestino sintomi di infezione da Covid. È quanto prevede una nuova ordinanza firmata oggi del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. I test sierologici fatti dai privati – fa sapere la Regione – non avranno nessun valore. La Regione è disposta a convenzionarsi con i privati che lo vorranno, ma se invece questi procederanno a fare i test in autonomia, la Regione li denuncerà alla Protezione civile nazionale, chiedendo la requisizione dei kit per i test sierologici.

“Abbiamo deciso di mettere ordine nel campo dei test sierologici – ha detto Rossi nel videomessaggio inviato tramite la sua pagina Facebook – Faremo il test sierologico secondo un ordine di priorità che in futuro potrà anche allargarsi. Prima di tutto abbiamo pensato agli operatori sanitari, e poi a quelli delle Rsa, Rsd, strutture socio-sanitarie e di accoglienza; al volontariato, le farmacie, le forze dell’ordine, il personale penitenziario. Anche ai singoli cittadini, se il medico o pediatra di famiglia lo riterrà necessario. Ma al di fuori di queste categorie, non si potranno fare i test rapidi. E i privati che vorranno farli, dovranno convenzionarsi con noi. Se il test viene effettuato al di fuori della sanità pubblica, dove viene fatto gratuitamente, per noi non ha nessun valore. Noi siamo disponibili a collaborare con il privato, ma non possiamo permettere che i cittadini vengano turlupinati, né che ci sia spreco di risorse al di fuori di un quadro di priorità stabilito dalla sanità pubblica”.

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