Presentato il XIV Rapporto sulla contrattazione sociale territoriale

La contrattazione sociale territoriale si conferma strumento capace di coniugare i diritti nei luoghi di lavoro e diritti di cittadinanza, dimostrando una grande capacità di adattamento, pur in un contesto difficile caratterizzato da profonde trasformazioni. Basti pensare a ai profondi cambiamenti della cornice istituzionale che sono avvenuti con il PNRR, l’introduzione del codice degli appalti e la cancellazione del reddito di cittadinanza.
Nel 2022, l’Osservatorio ha raccolto e analizzato 782 documenti: 510 accordi, 237 verbali, 35 piattaforme. Dopo il calo durante l’emergenza sanitaria, i livelli di contrattazione tendono ad “assestarsi”, pur permanendo evidenti differenze, soprattutto territoriali.
In particolare nel 2022 si registrano:
• -153 documenti rispetto al 2019
• +173 rispetto al 2020
• – 169 rispetto al 2021 (+ 2 piattaforme, -11 verbali, -160 accordi)
• Calo concentrato in alcune aree regionali (Lazio, Toscana, Veneto, Lombardia) insieme a minore copertura negoziale nel Meridione
• Il Nord-est diviene la prima area territoriale della contrattazione sociale (circa il 40% dei documenti), il Nord-ovest scende al 30%, il Centro stabile intorno al 20%, il Sud e Isole sfiorano il 10%.
Al di la del dato quantitativo si registrano notevoli cambiamenti, in particolare si evidenziano diversi livelli di contrattazione e una loro “specializzazione”.
Accanto all’ambito territoriale comunale, pilastro della contrattazione, si affermano sempre più gli accordi che hanno una dimensione sovracomunale: 1 accordo su 5 è siglato a livello sovracomunale (con diverso peso, estensione e incidenza degli effetti su territori/popolazioni) contro una media del 10-11% nel decennio precedente.
La contrattazione a livello sovracomunale si caratterizza per una diversa “specializzazione” rispetto ai consolidati accordi sui bilanci comunali. Infatti si concentra principalmente su welfare territoriale (ambiti sociali, distretti sanitari, etc.) insieme ad accordi con i comuni associati in Unioni, sia su interventi specifici sia sui bilanci delle Unioni stesse. Più variegati sono i protocolli tematici, ad esempio riguardanti legalità e appalti, politiche di genere, politiche per l’abitare, non autosufficienza, etc
Il dato degli accordi a livello regionale rimane disomogeneo e sottodimensionato anche perché in molti casi la relazione negoziale con le regioni non si traduce in un accordo formale (attività che non viene rilevata).
Le verifiche degli accordi crescono (32,4%, 2022). Nelle specifiche aree tematiche, la voce “Monitoraggio, ricerca, raccolta dati, osservatori” è elevata nell’area delle misure sanitarie e socioassistenziali (16,1%) e sui temi dell’economia e lo sviluppo locale (13,9%); più limitata per le misure sul fisco locale (3,7%), bilanci comunali (4,3%) e pubblica amministrazione (4,9%)
Per quanto riguarda gli attori sindacali della contrattazione si nota una maggiore presenza della Confederazione. A livello nazionale il dato evidenzia come il numero degli accordi sottoscritti o solo dalla Cgil o insieme a Cisl e Uil sono sostanzialmente uguali a quelli sottoscritti dallo Spi, Fnp e Uilp. Sempre più marcata è anche la partecipazione delle altre categorie di lavoratori a patire dalla FP.

I beneficiari della contrattazione sociale

Tra il 50% e il 60% gli accordi contengono riferimenti ad anziani, povertà, lavoratori/trici, minori e infanzia, disabili e non autosufficienti. Le imprese si ritrovano nel 40% circa degli accordi; giovani e donne in circa un terzo; disoccupati, terzo settore, immigrati in circa il 20%. Rispetto al pre covid sono in aumento, tra i beneficiari, i lavoratori e lavoratrici soprattutto in relazione a misure di sostegno al reddito.
Particolare attenzione dovrà essare posta sul fatto che gli immigrati nei tre anni post covid hanno visto dimezzare la loro presenza nel negli accordi della contrattazione.

Per quanto le principali aree negoziali si confermano centrali nella contrattazionel’area welfare locale sociale e sanitario oltre a varie esenzioni legate ai servizi a domanda individuale e all’irpef locale (9 accordi su 10).
Vanno citati anche gli accordi di sostegno e sviluppo dell’economia sostenibile e di protezione del lavoro, precarietà inserimenti lavorativi, legalità e appalti .
In molti accordi è posta l’attenzione sul rinnovamento necessario delle amministrazioni pubbliche, specie a livello comunale e delle difficoltà che che affrontano specie a fronte delle nuove sfide. Nelle premesse di molti accordi parla di macchina amministrativa, di di turnover, di innovazione tecnologica, di digitalizzazione e su questo si chiede anche aiuto al sindacato per quanto riguarda la comunicazione e il supporto attraverso le sue strutture.

Orlando Triacca, Coordinamento contrattazione sociale territoriale SPI Toscana

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