Circa 50mila persone hanno sfilato a Firenze il 17 novembre alla manifestazione regionale per lo sciopero Cgil-Uil di 8 ore contro la Manovra del Governo. Lo sciopero ha registrato un’alta adesione in tutti i settori: in Toscana media del 77%.
Il corteo, partito da piazza Indipendenza, ha visto le conclusioni in una strapiena Santissima Annunziata (a migliaia non sono riusciti a entrare), dove sono intervenuti dal palco Paolo Fantappiè (segretario generale Uil Toscana), lavoratori, lavoratrici, pensionate/i, precari/e, Francesca Re David (segreteria Cgil nazionale). Erano in piazza i massimi esponenti delle istituzioni regionali e cittadine e della politica regionale (parlamentari, consiglieri).
Nell’occasione è stato allestito in Piazza Santissima Annunziata un banchino per la raccolta firme promossa da Spi e Cgil Toscana a sostegno del Servizio sanitario nazionale.
Le dichiarazioni
Rossano Rossi (segretario generale Cgil Toscana): “La Manovra colpisce il mondo del lavoro, i pensionati, i cittadini in difficoltà. La Toscana ne esce assai penalizzata ma oggi ha dato una enorme risposta: da qui parte un messaggio forte verso il Governo, chiamato a cambiare le sue politiche a favore di una maggiore giustizia sociale. Le precettazioni sono state un atto grave, chi ha operato per depotenziare lo sciopero ha ottenuto l’effetto opposto, facendo aumentare adesioni e partecipazione. Mettere in discussione il diritto di sciopero è mettere in discussione la democrazia. Si rassegnino al Governo: senza risposte ci troveranno di nuovo nelle piazze a protestare, le persone sono arrabbiate, la mobilitazione è solo all’inizio. Servono poi subito risorse dal governo per gli alluvionati toscani”.
Paolo Fantappiè (segretario generale Uil Toscana): “Oggi in questa piazza c’erano 50mila lavoratori, pensionati e giovani per chiedere a questo governo una maggior giustizia sociale e più salario, per dire che così non è più possibile andare avanti. La risposta di queste persone è stata enorme, persone che per essere qui oggi hanno rinunciato a una giornata di lavoro e per questo meritano rispetto, non aggressioni verbali dei soliti rappresentanti delle istituzioni. Attaccare un diritto costituzionalmente garantito come lo sciopero significa attaccare la democrazia, per questo non arretreremo di un centimetro. Vogliamo risposte, vogliamo un Paese equo e solidale. Finché non ne avremo continueremo la nostra mobilitazione! Ci vedrete presto ancora in piazza!”.