“Sarà un 25 aprile di liberazione, forse il più grande dal dopoguerra”.

Raccogliamo l’invito di Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, a stringerci insieme in una piazza virtuale, ma ugualmente piena di calore e vicinanza, per festeggiare i 75 anni della Liberazione e sostenere con una donazione le associazioni del Terzo settore che assistono le persone senza fissa dimora e le mense dei poveri.

BOTTONE

 

Il 25 aprile compie 75 anni

Settantacinque anni sono una bella età. Specialmente se sei ancora in gamba o sopporti con sicurezza i tuoi acciacchi.

La vittoria – sì perché il 25 Aprile celebra la vittoria – della Resistenza sulla dittatura fascista merita ancora il nostro affetto e la nostra massima considerazione.

Quel giorno diventò un giorno di festa. Si preparava il mangiare, ci si vestiva perbenino, si caricava un bel fiasco di vino e si andava su un prato, di solito in montagna. Ricordi e discussioni, i ragazzi giocavano a pallone e le donne, belle sempre, quel giorno erano splendide, con i capelli lavati e pettinati, raccolti con un fiocco o tirati a crocchetta.

Quelli lì, quelle donne e quegli uomini, sono quasi tutti andati. Restiamo noi, molti di noi. Noi che abbiamo un’età che va da 60 anni in là. Noi che abbiamo la Resistenza per mamma che ci racconta di quando tuo padre prendeva a correre con i suoi compagni su per sentieri o vicoli ciechi di città.

Sì certo, W La Resistenza.

Noi dello SPI CGIL aderiamo con convinzione e sentimento all’iniziativa proposta da Carlo Petrini a cui stanno arrivando centinaia, migliaia, di adesioni individuali da ogni angolo delle nostre conoscenze: attori, cantanti, poeti, scienziati, sindacalisti, medici, giornalisti, architetti, musicisti, maestri e professori, cuochi e gente che ci sarà.

Gente come noi dello SPI che ci saremo ancora. Le modalità ci verranno comunicate ma ognuno da casa non mancherà di aderire ad un segnale collettivo nella forma che scopriremo nelle prossime ore.

Una considerazione infine ci preme e ci spetta: abbiamo la nostra battaglia in corso. Sconfiggere il coronavirus significa riconquistare i valori della libertà individuale, significa rispettare le condizioni di vita di ognuno, sentirsi perché lo siamo al fianco di chi in prima linea espone la sua vita al pericolo.

Siamo convinti che il loro valore sia indispensabile per il futuro di ognuno. Quindi un grande abbraccio ai combattenti: agli infermieri, ai medici, ai volontari del terzo settore, agli operatori della pubblica amministrazione, a chi opera nella distribuzione e alle forze di polizia, ai carabinieri, a chi lavora per la sicurezza di tutti.

Noi siamo convinti e lavoriamo perché quello che si apre di fronte alle porte di casa sia un mondo più giusto, più saggio, più attrezzato, più moderno, più tecnologico. Non enunciamo una speranza, piuttosto raccontiamo un impegno, le cose su cui stiamo lavorando. Da remoto faremo insieme della grandi cose. Come del resto 75 anni fa seppero fare i nostri cari e mai dimenticati PARTIGIANI D’ITALIA.

 

Le adesioni

 

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